Truffa aggravata per ottenere contributi pubblici e riciclaggio. Sono finiti sotto inchiesta Maurizio e Giuseppe Micicchè, proprietari della cantina Calatrasi a San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. Sono indagati assieme ad una zia e a un dipendente: un imprenditore lucano, invece, è accusato di concorso in truffa aggravata.
I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, coordinati dalla procura di Palermo, hanno perquisito la cantina Calatrasi sequestrando conti correnti, immobili e autoveicoli per un valore di circa un milione e 900 mila euro. Secondo l’accusa, gli imprenditori palermitani Miccichè avrebbero ottenuto indebitamente un contributo pubblico, per oltre 1,5 milioni di euro, da fondi comunitari in Puglia riciclandone poi, a fini personali, circa la metà.
Secondo gli investigatori, nel 2007 l’azienda vinicola siciliana, dopo aver acquisito uno stabilimento vitivinicolo in provincia di Brindisi, avrebbe chiesto un contributo alla Regione Puglia per la ristrutturazione ma, in effetti, il denaro sarebbe stato usato con “un articolato sistema di frode – si legge nel comunicato della Finanza – attuato dal rappresentante dell’azienda con l’ausilio di un imprenditore lucano trapiantato a Milano, per mezzo del quale è stata rappresentata alla Regione Puglia una realtà completamente artefatta, sia sotto il profilo dell’impegno finanziario apportato dagli imprenditori nell’investimento, sia sotto il profilo delle spese effettivamente sostenute”.
Dall’analisi finanziaria delle Fiamme gialle, gli imprenditori palermitani avrebbero emesso fatture false, effettuato transazioni bancarie anomale e prodotto documentazione falsa per ripianare debiti pregressi piuttosto che per ammodernare gli strumenti di produzione. Infine, una parte del “bottino” sarebbe rientrato in azienda o è stato spartito in famiglia. Anche la società è indagata per le stesse ipotesi di reato.
“Non abbiamo ancora contezza del provvedimento giudiziario. Ci difenderemo nelle sedi opportune”, ha detto Maurizio Miccichè uno dei titolari della cantina Calatrasi dopo il provvedimento della procura di Palermo.