In Italia sono stati sottratti farmaci per un valore complessivo di 22 milioni di euro, dal 2006 fino ai primi cinque mesi del 2014, in circa un ospedale italiano su 10. I furti sono stati in totale 110, 37 dei quali avvenuti solo nella prima metà dello scorso anno.
Il dato è emerso dal secondo report “The theft of medicines from italian hospitals” pubblicato da Transcrime, il Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica di Milano e dell’Università degli studi di Trento. Tra i farmaci più rubati quelli oncologici, seguiti da anti-reumatici, immunosoppressori e farmaci biologici.
Il rapporto, che ha analizzato le notizie apparse sui media, rileva come il 44% dei furti sia avvenuto nei mesi invernali, producendo un ‘bottino’ medio pari a 250mila euro.
Campania e Puglia sono le regioni più colpite, in cui si concentrano il 45% di tutti i casi. Il business fa gola soprattutto alla criminalità organizzata e per quanto riguarda le destinazioni dei farmaci rubati i ricercatori individuano oltre all’Italia Slovacchia, Lettonia, Ungheria, Slovenia e Romania, definite “lavanderie” in cui questi farmaci vengono riciclati.
I prezzi elevati e l’alta redditività, oltre che la possibilità di smercio sul mercato nero e la vendita sul web, sono tra i motivi che spingono le organizzazioni criminali a puntare sulla sottrazione dei farmaci in ospedale, favorita da pochi arresti e sanzioni inferiori a quelli di attività illecite simili, come il traffico di droga.