In Russia non si spengono le polemiche e i clamori successivi all’omicidio di Boris Nemtsov: Zaur Dadayev avrebbe ritrattato la sua deposizione, dichiarandosi innocente. Lo riporta il quotidiano Moskovski Komsomolets.
L’ex ufficiale dell’esercito, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio, ha sostenuto di essere innocente, che al momento del fermo, ero con un amico. “Mi hanno detto che se avessi confessato, poi mi avrebbero lasciato andare. Ho accettato”. Boris Nemtsov, l’uomo politico russo, avversario del presidente Vladimir Putin, è stato assassinato a Mosca in un agguato la sera del 27 febbraio, a poca distanza dal Cremlino.
Dadayev potrebbe essere stato sottoposto a torture per estorcergli la confessione. È la denuncia del capo del Consiglio di Presidenza per la società civile e la Commissione per i Diritti Umani Andrey Babushkin, pubblicata sul sito web del Consiglio e indirizzata all’Ufficio del Procuratore Generale russo e del comitato investigativo. Babushkin ha anche chiesto al Servizio penitenziario federale russo penitenziario di “garantire la sicurezza” di Dadayev, di Anzor Gubashev e di Shagid Gubashev. Dadayev e Anzor Gubashev sono stati formalmente accusati dell’uccisione.
Babushkin dopo una visita in carcere ha detto che Dadayev aveva numerose ferite corporali, mentre Anzor Gubashev aveva graffi sul naso, sui polsi e sulle gambe. “Ha ricevuto questo lesioni dopo l’arresto”, ha detto. Le presunte torture non possono essere ancora confermate, ha detto il presidente della Commissione di monitoraggio pubblico di Mosca, Anton Tsvetkov. “Stiamo controllando attentamente queste informazioni”.
Il tribunale Basmanny di Mosca ha deciso la detenzione per Dadayev fino al 28 aprile. Gli altri sospettati in carcere sono: Shagit Gubashev, Ramzat Bakhayev, Tamerlan Eskerkhanov e Anzor Gubashev.