La Camera dei deputati ha approvato, in prima lettura, il testo della riforma costituzionale che prevede il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione. Il disegno di legge costituzionale era stato approvato, in prima deliberazione, dal Senato, dove ora tornerà per l’approvazione in seconda lettura.
Hanno votato a favore 357 deputati, contro 125, 7 astenuti.
Il premier Matteo Renzi su Twitter ha commentato la votazione affermando che adesso l’Italia è “un Paese più semplice e giusto”.
La maggioranza, dunque, ha superato un’altra prova, nonostante le fibrillazioni della vigilia, con parte della minoranza interna, da Fassina a Civati, che si erano schierati contro, il voto negativo annunciato da Forza Italia, Sel e dalla Lega Nord e la decisione dei grillini di uscire dall’Aula al momento del voto.
Nel suo intervento, Renato Brunetta, di Forza Italia, ha parlato di Parlamento delegittimato, di abuso di una maggioranza che non è tale. “Porterete la responsabilità storica di una grande opportunità perduta”. Rivolgendosi a Matteo Renzi, assente in Aula durante le dichiarazioni di voto, Il capogruppo degli azzurri, ha detto “Lei ha tradito la nostra fiducia per il potere, per il suo potere. Non siamo stati noi a tradire quel cammino che poteva cambiare il Paese. Le logiche giacobine del Pd hanno prevalso sul buonsenso”. Hanno votato no anche i 17 dissidenti di Forza Italia, ma soltanto “per lealtà e affetto verso Berlusconi”.
Il Pd “non capisce” il dietro-front di FI sulle riforme costituzionali, ma è “convinto” e “orgoglioso” di portarle avanti “perché l’Italia non può attendere”. Lo ha detto il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini annunciando il sì del Pd alle riforme.
“È davvero doloroso per me essere qui oggi ma lo faccio con l’orgoglio di chi ha il compito di testimoniare la contrarietà al tentativo di rovinare la Costituzione imposto con metodi fascisti”, ha detto Danilo Toninelli del M5S.
Per il capogruppo di Sel, Arturo Scotto, “Si compie il suicidio della democrazia parlamentare. L’esecutivo dominerà come da nessuna parte in Europa. Batteremo questo disegno al referendum”.