Sono farmaci dagli effetti diversi, anche se spesso vengono confusi tra loro: la pillola dei 5 giorni dopo (a base di ulipristal acetato), così come la più conosciuta pillola del giorno dopo, è un contraccettivo di emergenza e ufficialmente non ha effetto abortivo. Diversa è invece l’azione della pillola Ru486, che induce l’interruzione della gravidanza.
Ecco quali sono le differenze:
– PILLOLA DEL GIORNO DOPO: è un anticoncezionale che agisce bloccando l’ovulazione e non provoca, secondo gli esperti, l’interruzione di una gravidanza. Su questo punto, però, le posizioni sono divergenti e alcuni sostengono che tale pillola potrebbe, in alcuni casi particolari, avere anche un effetto abortivo. Approvato dal ministero della Sanità nel 2000 e commercializzato con la procedura europea del mutuo riconoscimento, il farmaco secondo alcuni impedisce l’eventuale annidamento nell’utero dell’ovulo che potrebbe essere fecondato. La pillola, a base di levonorgestrel, può essere assunta entro 72 due ore dal rapporto a rischio e diminuisce di efficacia ogni 12 ore. Lo scorso anno, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha però effettuato una revisione della scheda tecnica del contraccettivo d’emergenza a base di Levonogestrel. L’aggiornamento del bugiardino cancella la vecchia dicitura “il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto”, sostituendola con “inibisce o ritarda l’ovulazione”, così come riconosciuto, già dal 2011, anche per l’Ulipristal acetato. Si conferma così che il farmaco è un contraccettivo e non un abortivo.
– PILLOLA DEI ‘CINQUE GIORNI DOPO’: è un farmaco anticoncezionale a base di ulipristal acetato, che, pur agendo con un meccanismo simile alla pillola del giorno dopo, può essere assunto fino a 5 giorni dopo il rapporto a rischio e secondo recenti studi non perde di efficacia per tutto il tempo in cui può essere somministrato. In Italia il farmaco e’ inserito tra quelli di fascia C, con ricetta ma a carico dell’utente.
– PILLOLA RU486: ha un verificato effetto abortivo. A base di mifepristone, è in grado di interrompere la gravidanza già iniziata con l’attecchimento dell’ovulo fecondato. È in uso negli ospedali italiani, nel rispetto della legge 194, da aprile del 2010. Può essere somministrata entro la settima settimana di gravidanza.