La guardia di finanza di Firenze sta eseguendo misure di custodia cautelare nei confronti di 17 persone, tutte albanesi, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Le misure restrittive, eseguite nelle province di Roma, Arezzo, Reggio Emilia, Ragusa e Lecce, sono state disposte dal gip Anna Liguori su richiesta del sostituto procuratore della Dda Giulio Monferini.
Nel corso delle indagini sono state arrestate in flagranza 25 persone, sequestrati oltre 30 chilogrammi di cocaina e 2 tonnellate di marijuana.
Era specializzata nel trasportare in Italia la marijuana nascondendola su motoscafi provenienti da Grecia e Albania. Il gruppo, composto da albanesi, trafficava anche cocaina che, invece, faceva arrivare da Olanda e Spagna. “Faccio i complimenti alla guardia di finanza – ha detto il procuratore capo di Firenze e della Dda, Giuseppe Creazzo – per aver smantellato un’organizzazione di caratura internazionale”.
La marijuana arrivava grazie a rotte improvvisate nel mare Adriatico: natanti ‘fantasma’ condotti da motoscafisti legati all’organizzazione, che approdavano in zone defilate sulle coste di Puglia e Sicilia, in ore notturne e lontano da sguardi indiscreti. Secondo quanto spiegato dagli investigatori, i malviventi curavano ogni fase del losco traffico: trasporto, stoccaggio, lavorazione della droga e divisione in dosi, distribuzione ai singoli spacciatori.
Tra loro, per non essere compresi, parlavano un linguaggio in codice, in cui per esempio parole come ‘droga’ e ‘cocaina’ erano sostituite da termini relativi al linguaggio del calcio. La sostanza stupefacente era destinata principalmente a Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia, Calabria e Puglia. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Dda di Firenze, avviate due anni fa con l’arresto di un ‘pusher’ italiano a Prato, sono stati sequestrati oltre 30 chilogrammi di cocaina purissima, 2 tonnellate di marijuana, 32mila euro in contanti, sette automobili, un furgone, un autocarro, due motoscafi, tre bilance e una pressa. Gli accertamenti patrimoniali verso i componenti del gruppo hanno portato al sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di oltre 600 mila euro.