I ricercatori italiani dell’Università di Trento hanno condotto uno studio che ha portato alla scoperta di un interruttore molecolare in grado di “spegnere” i sintomi di molte malattie neurodegenerative, quali il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
L’input per l’avvio della ricerca, pubblicata sulla rivista Neuron, è stato dato nel corso dello studio dell’atrofia muscolare spinale bulbare, altresì nota come malattia di Kennedy, una rara patologia genetica che colpisce solo gli uomini. “La malattia è provocata da un’alterazione del recettore per gli ormoni androgeni, una proteina che non si trova solo nei testicoli ma anche nei neuroni che comandano il movimento e nei muscoli”, ha spiegato Maria Pennuto, biologa e coordinatrice dello studio.
La malattia di Kennedy è causata da una mutazione sul cromosoma X e si manifesta nell’età adulta con atrofia ai muscoli degli arti inferiori e della faccia: i ricercatori sono riusciti a scoprire l’esatto punto in cui avviene la modificazione chimica, che induce il recettore a causare l’atrofia.
“Un sito simile – ha spiegato ancora la biologa – si trova anche in altre proteine associate a malattie neurodegenerative come il Parkinson, la Sla, la malattia di Huntington e l’atassia spinocerebellare di tipo 1 (Sca1)”: dai test effettuati sugli animali risulta infatti che lo spegnimento di questo interruttore è in grado di attenuare i sintomi della malattia di Kennedy. “Se altre ricerche confermeranno la nostra intuizione anche nelle altre malattie – ha concluso la Pennuto – potremo puntare a sviluppare nuovi farmaci molecolari”.