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Il Tar di Catania boccia la Regione siciliana | Pellicanò rimane a capo dell’ospedale Cannizzaro

È esecutiva la sentenza della quarta sezione del Tar di Catania, che, a conclusione di una camera di consiglio, ha accolto il ricorso di Angelo Pellicanò contro la revoca decisa dalla Regione Siciliana della sua nomina a manager dell’azienda ospedaliera Cannizzaro del capoluogo etneo.

Il governo Crocetta era tornato sulla propria decisione citando il decreto del ministro Madia che fa divieto di conferire incarichi ai funzionari in pensione, come Pellicanò, se non a titolo gratuito e solo per un anno non prorogabile. La nomina del manager del Cannizzaro era stata approvata il giorno prima dell’entrata in vigore del decreto, che è operativo dal 25 giugno 2014.

I giudici nella motivazione rilevano che c’è stato un intervento esplicativo sull’applicazione del decreto anche da parte della Presidenza del consiglio dei ministri e che non c’è “motivo, quindi, di discostarsi dall’interpretazione fornita dalla medesima Autorità che ha concepito la norma in questione”. Anche per questo il Tar di Catania ritiene legittima la richiesta di revoca avanzata da Pellicanò.

La Regione Siciliana può presentare ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) di Palermo. Un analogo ricorso al Tar di Catania è stato presentato anche da Paolo Cantaro, la cui nomina a manager dell’azienda Policlinico- ospedale Vittorio Emanuele era stata revocata.

“La sentenza del Tar di Catania è l’ennesima sentenza che sbugiarda il governo regionale in materia di sanità”, afferma Angelo Collodoro, segretario regionale vicario del sindacato dei medici Cimo. “È l’ennesima sentenza – aggiunge Collodoro in una nota – che certifica i pasticci quotidiani prodotti nella gestione della sanità in Sicilia. È l’ennesima sentenza che dà l’idea dello stato confusionale in cui brancola il governo regionale. È l’ennesima sentenza che ribadisce lo stato d’incertezza con cui si va avanti in sanità e che investe la programmazione e la pianificazione, basti pensare alle conseguenze che avrà sulla Rete ospedaliera regionale la sentenza Humanitas, ovvero la rivisitazione di quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ed oggi due tra le più grandi aziende siciliane si trovano a dovere ricominciare”.

“Ciò che emerge – sostiene il vice segretario della Cimo – è la mancanza di certezza del diritto negli atti promulgati dal governo regionale in materia di sanità. E’ la mancanza di credibilità del governo stesso nonostante questi proceda arrogantemente e presuntuosamente senza un minimo di confronto con le parti sociali. Si perde nella notte dei tempi l’ultimo incontro tra governo e sindacati dei medici che più volte hanno sottolineato l’importanza di sfuggire alle logiche della vecchia politica per dare una ‘svolta rivoluzionaria’ che è rimasta solo negli ‘slogan’ di questo governo. Le conseguenze – conclude Collodoro – le pagano tutti i giorni operatori sanitari e cittadini prigionieri di un’incertezza stagnante che crea paralisi e talvolta uccide”.

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