Entrano in vigore, da oggi, i primi due decreti attuativi del Jobs act, pubblicati ieri in Gazzetta Ufficiale. Formalmente, sono i decreti legislativi numero 22 e 23 del 4 marzo 2015, che avevano ricevuto l‘ok dal governo il 20 febbraio scorso; il primo contiene le “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati” e il secondo le “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”, entrambi in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183.
Da oggi, si potrà iniziare ad assumere con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. La pubblicazione dà il via libera anche al riordino della normativa sugli ammortizzatori sociali con l’applicazione del nuovo sussidio di disoccupazione (Naspi) che entrerà in funzione da maggio. La tutela si estende quest’anno anche ai collaboratori.
Per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato si limita la possibilità del reintegro del lavoratore in caso di licenziamento; è previsto invece un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio. Il reintegro sarà possibile solo in caso di licenziamento discriminatorio o per licenziamento disciplinare per il quale venga provata l’insussistenza del fatto materiale contestato.
E’ prevista l’eliminazione, dal 2016, delle collaborazioni a progetto con il divieto di nuovi contratti di questo tipo. Cancellato anche il contratto di associazione in partecipazione, utilizzato soprattutto nel settore commerciale. Il decreto prevede la possibilità di demansionare il lavoratore e include nelle regole sui licenziamenti anche i licenziamenti collettivi.
Ci sono i nuovi ammortizzatori sociali. Il primo è la Dis-Coll, cioè l’indennità di disoccupazione per i collaboratori che hanno almeno 3 mesi di versamenti contributivi e avrà una durata pari alla metà dei mesi di versamento e potrà arrivare ad un massimo di sei mesi. L’altra novità è la Naspi, che scatta da maggio e che, rispetto alla Aspi durerà più a lungo. Il sussidio sarà pari alla metà dei periodi contributivi degli ultimi 4 anni, in pratica potrà arrivare al massimo a 24 mesi.