Sarebbe stato direttamente Papa Francesco ad accogliere la richiesta del presidente della commissione d’indagine sul sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, Giuseppe Fioroni, e a prendere la decisione di far testimoniare l’arcivescovo Antonio Mennini.
L’attuale nunzio apostolico nel Regno Unito si presenterà, lunedì prossimo, 9 marzo a Roma, a palazzo san Macuto, sede della commissione. Lo scrive il Corriere della Sera. Monsignor Mennini secondo quanto raccontato dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, sarebbe stato il confessore di Aldo Moro nei 55 giorni della sua prigionia (avvenuta 37 anni fa, nel 1978) e gli avrebbe addirittura impartito l’estrema unzione, prima della sua uccisione, da parte dei terroristi delle Brigate rosse.
Il nunzio apostolico, all’epoca trentunenne vice parroco di Santa Chiara in piazza dei Giochi Delfici,vicino all’abitazione di Moro e figlio di Luigi Mennini che era il numero 2 dello Ior, di cui era presidente Paul Marcinkus, sarebbe stato ‘il canale segreto’ di comunicazione tra i terroristi e la Santa Sede per tentare di salvare Moro.
Per la prima volta, potrebbe contribuire a squarciare parte del velo di misteri su quella pagina oscura della storia recente del nostro Paese. Monsignor Mennini non ha mai deposto. Subito dopo la tragica conclusione del sequestro, Mennini fu destinato dal Vaticano alla carriera diplomatica, all’estero.
Adesso, con Papa Bergoglio, la svolta. A gennaio, Mennini è stato chiamato dalla Santa Sede e gli è stato detto di rendersi disponibile a deporre, concordando data e modalità dell’audizione con Fioroni, secondo il quale sono “tanti i punti che potrà affrontare: il suo ruolo in quei giorni, i suoi contatti, l’impegno enorme di Paolo VI ad avviare una trattativa per restituire Moro vivo al Paese e alla sua famiglia e perché questo tentativo non andò in porto. Con Bergoglio — aggiunge — adesso Mennini è libero di parlare”.