“Di Maggio mi disse: ‘Tanto a me mi devono sopportare, perché io non me ne vado. Sono stato messo qui da Scalfaro (ex presidente della Repubblica, ndr) e per tutti i sette anni del suo mandato non mi possono fare fuori'”. Lo ha detto Salvatore Cirignotta, ex capo dell’ufficio detenuti del Dap, che sta deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia, che si svolge a Palermo davanti alla corte d’assise.
Il funzionamento del Dap in quegli anni e il mancato rinnovo del carcere duro a oltre 300 mafiosi proverebbe, secondo i pm, una concessione a Cosa nostra nell’ambito della trattativa. Si è quindi parlato della clamorosa evasione di Felice Maniero – leader della Mala del Brenta – dal carcere di Padova, avvenuta nel 94.
“Quell’evasione fu strana – ha detto Cirignotta – e il fascicolo, che era molto scarno, mi fu chiesto dal colonnello Ragosa, che poi seppi faceva parte dei servizi. E’ una mia congettura, ma penso che i servizi potrebbero avere ‘contribuito’ all’evasione di Maniero”.
Salvatore Cirignotta, ex magistrato, è stato dirigente generale dell’Asl 6 di Palermo ed è stato rinviato a giudizio con l’accusa di turbativa d’asta.