Il salto stilistico, dal tardo Liberty della Sala quadrata, al moderno asettico del vasto salone sotto il foyer racconta attraverso l’estetica dell’architettura in modo plastico quanto il Teatro Massimo abbia contato nella storia di Palermo dell’ultimo secolo. Rinasce il Caffè del Teatro Massimo e rifioriscono una serie di ambienti storici, negli ultimi anni poco valorizzati.
Quello che è stato il caffè della ‘bella epoque‘, una sala ristorante dove, negli anni ’20 del Novecento andava a pranzo la Palermo elegante, torna alla vita grazie alla sinergia tra il Teatro e Coop Culture, una realtà già presente in 250 luoghi di cultura in Italia, come il Colosseo o le Scuderie del Quirinale, che lo gestirà con la palermitana Cot Ristorazione.
La nuova buvette racconta anche la storia del Massimo come protagonista della vita culturale di Palermo, attraverso 38 fotografie tratte dagli archivi del teatro che ritraggono gli artisti che hanno calcato le tavole del suo palcoscenico, da Maria Callas a Luciano Pavarotti, i direttori d’orchestra, da Zubin Mehta a Claudio Abbado ai registi e i coreografi come Federico Fellini e Pina Bausch.
Del caffè storico, utilizzato fino alla seconda guerra mondiale, restano due foto riprodotte sulle pareti dei nuovi spazi: una del 1914, con avventori in posa insieme a un gruppo di lavoratori e una del 1921 con l’insegna “Restaurante – Caffè del Massimo -Tea room”. Pezzi di storia che il teatro adesso vuole recuperare e rilanciare.
Un investimento da 300 mila euro, che avrà anche un impatto sull’occupazione con i 30 lavoratori, tra fissi e stagionali che saranno impegnati.
Il nuovo spazio funzionerà come buvette per il pubblico degli spettacoli del teatro, ma sarà anche aperto a cittadini e turisti ai quali saranno proposti prodotti e menu, preparati dallo chef Ferdinando Napoli, che valorizzeranno i prodotti del territorio. Nella sala Quadrata è stato allestito un bookshop.