Fu una vicenda che ha tenuto banco per tanto tempo, attirando la curiosità di mezzo mondo e alimentando le teorie più assurde. Gli incendi inspiegabili di Canneto, la frazione di Caronia, in provincia di Messina, non sarebbero stati provocati dagli alieni e nemmeno da esperimenti scientifici segreti ma da padre e figlio, rispettivamente denunciato e arrestato dai carabinieri. I militari hanno inviato un’avviso di garanzia a Nino Pezzino. 55 anni, e condotto ai domiciliari nei confronti del figlio Giuseppe, 26 anni, entrambi ritenuti a vario titolo responsabili delle combustioni spontanee che, nei mesi scorsi, hanno destato clamore nella frazione marinara siciliana.
Il giallo, dunque, è stato svelato. I carabinieri, con il coordinamento della Procura di Patti, hanno anche eseguito varie perquisizioni, a conclusione di una lunga indagine partita addirittura nel gennaio del 2004. I misteriosi roghi erano ricominciati dal luglio 2014 ma secondo gli investigatori non ci sarebbe stato nulla di anomalo ma si sarebbe trattato piuttosto di episodi dolosi, provocati dal ventiseienne con la complicità del padre. Padre e figlio puntavano a ottenere indennizzi da parte della Regione siciliana, insistendo sulla calamità che incombeva sul paese.
Quest’ultimo è anche diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla calamità le cui cause non erano state individuate nonostante numerosi sopralluoghi da parte di studiosi e rilevamenti scientifici. I roghi avevano provocato nei residenti una situazione di disagio e alcuni sono stati costretti anche a lasciare le loro abitazioni.