Lo hanno ucciso perché gay. Due giovani russi, di 20 e 21 anni, sono stati arrestati vicino a San Pietroburgo con l’accusa di aver ucciso con 26 coltellate un omosessuale di 38 anni che, secondo loro, li avrebbe infastiditi.
La polizia locale ha trovato il cadavere dell’uomo, trafitto dalle coltellate, in una strada nella regione dei Vsevolojsk, non lontano da San Pietroburgo. Gli investigatori hanno fermato i due ragazzi che potrebbero aver agito perché ubriachi e hanno tentato di giustificare l’assassinio come una reazione a presunte “molestie sessuali”.
In Russia l’omosessualità era considerata un crimine fino al 1993, una malattia mentale fino al 1999. Dal 2013 è in vigore una legge che vieta la cosiddetta «propaganda gay» ovunque ci siano minori. Secondo Human Rights Watch le violenze nei confronti dei gay sono ancora spesso tollerate, se non “incoraggiate” dalle autorità, anche se qualche settimana fa, una foto di una coppia gay a San Pietroburgo aveva vinto il World Press Photo, il più importante premio fotogiornalistico del mondo.