“Il perdurare della crisi ha consentito alle organizzazioni criminali di rafforzare la propria presenza sui mercati mediante ingenti liquidità di natura illecita, favorendo l’acquisizione di attività imprenditoriali in difficoltà ed il consolidamento della leadership delle aziende già a guida mafiosa nei diversi settori dell’economia legale“.
Lo scrivono i servizi nella Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza, presentata oggi al Parlamento, in cui analizzano lo “stato di salute” e le attività delle realtà della criminalità organizzata. “Cosa Nostra, diminuita la pressione estorsiva su un tessuto imprenditoriale locale già in grave difficoltà, sta tornando ad attività tradizionali, in parte abbandonate nel recente passato, come il traffico di droga e il gioco clandestino. La ’ndrangheta, parimenti, ha confermato la storica primazia nel traffico di sostanze stupefacenti. I sodalizi calabresi, inoltre, hanno confermato la tendenza a diversificare gli investimenti, rafforzando la propria presenza imprenditoriale anche nella green e new economy, spaziando dall’eolico al ciclo dei rifiuti, nonché nel gioco on-line. La capacità adattiva della ‘ndrangheta la rende ipercompetitiva nei mercati del Nord Italia e all’estero. I clan camorristici hanno consolidato, nel territorio di matrice, il proprio monopolio nel mercato del calcestruzzo e degli inerti, affinando le strategie di penetrazione nel settore della grande distribuzione e nelle diverse fasi del ciclo dei rifiuti. In tal senso, evidenziano un accresciuto e competitivo profilo crimino-affaristico”.
Tra le nuove realtà criminali di origine straniera, attenzione puntata sulle espressioni criminali cinesi, le reti criminali nigeriane, segnatamente i cosiddetti “gruppi cultisti”, i sodalizi esteuropei e caucasici.
Sul piano del riflesso delle tensioni sociali sull’ordine pubblico, secondo la Relazione, “il protrarsi delle criticità occupazionali, correlato alla mancata soluzione delle vertenze, potrebbe originare un innalzamento del livello di protesta operaia nei contesti aziendali più colpiti dalla crisi in atto, suscettibile di estemporanee degenerazioni, anche violente. Ulteriore fattore di rischio appare connesso alle dinamiche rivendicative del cosiddetto precariato esistenziale (precari, disoccupati, giovani, immigrati, etc.)”.
Importanza prioritaria, poi, riveste la mobilitazione contro l’Expo a Milano, che individua un momento centrale nella manifestazione del 1° maggio 2015, giornata inaugurale della fiera, destinata a richiamare nel capoluogo lombardo attivisti da tutto il territorio nazionale. Il circuito antagonista lombardo, che contesta l’esposizione come paradigma del nuovo modello di sfruttamento umano e dei territori, si è fatto promotore di una campagna di occupazioni, specie nelle aree limitrofe all’area espositiva, con l’obiettivo di disporre di punti strategici per la gestione della protesta.