La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato il boss Carmine De Stefano, nei cui confronti la procura aveva emesso un ordine di arresto per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. De Stefano deve scontare un residuo pena di 2 anni, 9 mesi e 28 giorni di reclusione, determinati con ordinanza del gennaio scorso dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria.
Era stato condannato per associazione mafiosa a 8 anni di reclusione, ridotti in appello a 4 anni e 8 mesi. Il boss, figlio di Paolo, capo indiscusso della ‘ndrangheta reggina, ucciso nel 1985, era stato latitante dal 1994 al 2001, quando fu catturato dalla squadra mobile a Reggio Calabria e scarcerato nel 2014 per fine pena.
Adesso, la Procura generale, dopo vari ricorsi, anche per Cassazione, sulla continuazione del reato che si sono conclusi con una rideterminazione della pena per tre sentenze di condanna in 18 anni, 3 mesi e 14 giorni di reclusione, ha disposto una nuova carcerazione in virtù del calcolo tra quanto ha già scontato e la pena inflitta a De Stefano.