I finanzieri del comando provinciale di Roma e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata hanno dato esecuzione al decreto definitivo di confisca di beni, emesso dalla Corte di Cassazione, nei confronti di Lorenzo Pintore per una cifra complessiva di circa 18 milioni di euro.
Il provvedimento di confisca – si legge nella nota della Guardia di finanza – arriva a conclusione di un iter giudiziario scaturito da complesse indagini, di natura economico-patrimoniale, coordinate dalla procura della Repubblica di Civitavecchia ed eseguite, nel corso del 2010, dal nucleo di polizia tributaria di Roma.
Pintore è noto da molto tempo: sin dal 1968, ha accumulato condanne per ricettazione, furto, detenzione illegale di armi e rissa ed è stato destinatario di ordinanze cautelari per svariate ipotesi, tra cui associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Lorenzo Pintore nel ruolo di promotore e finanziatore di società operanti nel settore della compravendita immobiliare, formalmente intestate a prestanome, era solito ottenere acconti dai acquirenti, salvo poi rendersi irreperibile al momento della stipula dei rogiti. In altre occasioni, aveva provveduto a far lievitare il prezzo di vendita di villini bifamiliari mediante ripetute compravendite fittizie in favore di soggetti di comodo, fino all’ultimo acquirente, il quale provvedeva a richiedere un mutuo che, una volta concesso, non veniva poi rimborsato.