Intesa tra Stato e Regioni sulla Legge di Stabilità 2014 che tra tagli previsti dal Governo Monti (poco più di 1 miliardo) e tagli imposti dal nuovo esecutivo, toglie ai bilanci regionali 5 miliardi e duecentocinquanta milioni.
Una cifra che le Regioni hanno accettato di spalmare su vari comparti, primo tra tutti la sanità che verrà colpita da tagli pari a 2.352 milioni di euro, tra 2.000 milioni a danno delle Regioni a statuto ordinario e il restante a carico delle speciali.
Il Fondo sanitario nazionale pari a 110 miliardi di euro per il 2014, doveva arrivare a 111,6 per il 2015, ma questo incremento non ci sarà. L’intesa firmata oggi prevede la costituzione di un tavolo di lavoro che entro il 31 marzo dovrà ripartire i tagli in sanità.
Le altre voci riguardano 1.050 milioni di tagli che arrivano dalla riduzione del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il 2012 e previste dal vecchio governo; la riduzione del Fondo per lo sviluppo e coesione prevista dalla nuova Legge di Stabilità 2014 per una cifra pari a 750 milioni; tagli per l’edilizia sanitaria da 285 milioni; ammonta poi a 285 milioni la riduzione in termini di indebitamento netto e a 802,13 milioni di euro l’utilizzo delle risorse del Patto verticale incentivato. Ulteriori risorse per 364,87 milioni sono da recuperare su indicazione delle Regioni entro il 30 giugno 2015, altrimenti il ministero dell’Economia è autorizzato a procedere alla riduzione in via lineare dei trasferimenti “e, ove incapienti, delle risorse a qualunque titolo dovute dallo Stato alle Regioni, escluse quelle destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale”.
“Accettiamo un sacrificio pesante come è quello della rinuncia all’incremento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale, con l’auspicio, anzi l’impegno – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino – a lavorare con il Governo perché questo taglio si riferisca solo ed esclusivamente al 2015 e sia concordato con una specifica intesa in Stato-Regioni”.