Nelle intercettazioni telefoniche ascoltate dai carabinieri per bloccare la vendita del bimbo romeno di otto anni, i trafficanti chiamavano il piccolo ”pacchetto” o ”cosetto’‘ e discutevano dei termini dello scambio. Al telefono erano i fratelli Aldo e Franco Galati Rando, con diversi precedenti per altri reati e il loro contatto brindisino in Romania Vito Calianno, un uomo che vive di espedienti. Proprio quest’ultimo ha contattato la famiglia romena che era in gravi condizioni economiche e ha accettato di vendere il piccolo.
Il bimbo romeno era destinato alla coppia originaria di Castell’Umberto (Me) ma residente in Svizzera, dove gestivano attività alberghiere e night. Avevano già un figlio grande ma, non riuscendo ad avere un altro figlio e non volendo perdere tempo con l’adozione si sarebbero rivolti ai Galati.
I militari dell’Arma sono risaliti a loro ascoltando i Galati Rando per un’altra indagine su auto rubate. Quando hanno capito che il “pacchetto” non era un’auto rubata ma un bambino, i militari hanno seguito i loro movimenti e li hanno bloccati allo sbarco della nave a Messina.