Quattro arresti, di cui due ai domiciliari, per l’assassinio di Pietro Sarchié, l’ambulante di prodotti ittici di San Benedetto del Tronto ucciso il 5 luglio scorso nei pressi di San Severino Marche. Gli ordini di custodia cautelare sono stati eseguiti dai Carabinieri di Macerata e di Catania.
Si tratta di Giuseppe Seminara e il figlio Salvatore, fermati in provincia di Catania e condotti in carcere. Ai domiciliari sono finiti i due presunti complici, Santo Seminara, di Castelraimondo, e Domenico Torrisi, di Gagliole. Il corpo di Sarchiè, che era scomparso il 18 giugno dell’anno scorso mentre consegnava il pesce nei dintorni di Macerata, fu trovato bruciato nella Valle dei Grilli.
L’autopsia ha poi stabilito che l’uomo era stato prima ucciso a colpi di pistola e poi dato alle fiamme. Le indagini della procura di Macerata si erano presto concentrate sul gruppo di catanesi, che secondo gli inquirenti avrebbero ideato l’omicidio per conquistare il mercato della vendita al dettaglio di pesce nella zona.
Jennifer, la figlia del commerciante ucciso ha postato su Facebook un commento dopo gli arresti: “Per me, per la mia famiglia, non è una vittoria, perché il dolore per la perdita di un genitore, e soprattutto in questo modo, è atroce. Ma ora – continua Jennifer, che insieme alla madre e al fratello Yuri si è sempre battuta per rendere giustizia al genitore – dopo aver messo un punto importante si può iniziare a combattere”. La donna ha ringraziato ”la Procura di Macerata, che mi è stata sempre vicino e tutti voi. La mia vittoria è e sarà anche la vostra. Mio padre aveva ragione, non conta il tempo che passa, l’importante è fare le cose per bene che tanto prima o poi la giustizia arriva. Babbo, ti penso ogni istante con immenso amore,oggi per noi è un giorno importante, che aspettavamo dal quel maledettissimo 18 giugno”.