Lo Stato dovrà risarcire 40 mila euro a Vittorio Emanuele di Savoia per i sette giorni di detenzione trascorsi nel 2006, quando fu tirato in ballo dal pm John Henry Woodcock in un’inchiesta per tangenti, sfruttamento della prostituzione e gioco d’azzardo. A raccontare la storia è il quotidiano Il Giornale.
Vittorio Emanuele devolverà in beneficienza i soldi del risarcimento, ottenuto a seguito di un’istanza di Francesco Murgia, l’avvocato difensore del figlio dell’ultimo re d’Italia. “Sono felice – commenta Vittorio Emanuele – perché oggi, attraverso un segno concreto che dimostra ancora una volta come quella vicenda sia stata solo una fiera di assurdità e di sopraffazione, giustizia si compie ancora una volta. Giustizia per me, giustizia per la mia Casa, giustizia per i miei cari e per coloro che mi sono stati vicini in questi anni. Il mio primo pensiero va a quelle persone che si sono trovate e che si trovano in situazioni analoghe senza avere le possibilità di difendersi e di combattere come ho potuto fare io in questi anni e che vedono le proprie famiglie distruggersi. Casa Savoia è sempre stata vicina a chi soffre a causa delle ingiustizie. Per questo motivo, devolverò in beneficenza l’intera cifra che mi si vorrà concedere a titolo di risarcimento, destinando la somma a un ente specializzato nell’assistenza a questo genere di situazioni di sofferenza e di prova”.
Vittorio Emanuele era stato arrestato a Villa Cipressi, nel Lecchese, e incarcerato a Potenza, il 16 giugno del 2006; dopo una settimana ottiene gli arresti domiciliari e un mese dopo, il 21 luglio torna libero, in attesa del processo e della successiva assoluzione.