Blitz delle forze armate turche questa notte in Siria, con l’aiuto delle milizie curde siriane Ypg. Circa 600 soldati hanno sconfinato per 35 chilometri in Siria per riportare in patria le spoglie di Suleyman Shah, padre del fondatore dell’impero ottomano Osman Gazi, oltre a portare in salvo i 40 militari di guardia alla tomba che si trovava in un’area considerata controllata dai turchi, ma ora in mano all’Isis.
La tomba era costruita sulle rive dell’Eufrate vicino al villaggio siriano di Karakozac nella provincia di Aleppo, a poca distanza dalla città “martire” di Kobane. Secondo fonti giornalistiche, per l’azione militare sono stati impiegati aerei da ricognizione, elicotteri, droni, 39 carri armati e 57 mezzi blindati.
L’incursione, nel quale ha perso la vita un soldato a causa di un incidente, era stata smentita dal governo di Ankara ma questa notte il battaglione turco è entrato in Siria per raggiungere il mausoleo, mentre un’altra compagnia ha preso il controllo di una porzione di territorio siriano lungo il confine, e dunque più facilmente difendibile, dove sarà trasferito il feretro di Suleyman.
Dopo l’evacuazione, i soldati turchi hanno distrutto il mausoleo per evitare che possa essere utilizzato come base dai jihadisti e si sono diretti verso la nuova destinazione. Nel marzo scorso, l’attuale primo ministro turco Davutoglu, allora ministro degli esteri del governo del premier islamico Erdogan, oggi presidente, aveva affermato che Ankara avrebbe difeso la tomba di Suleyman “contro qualsiasi attacco” in quanto “oggetto di venerazione” sottolineando che la Turchia avrebbe preso “senza esitare tutte le misure necessarie per difendere il suo territorio”.