Dalla scuola alla Rai, dal Job Act all’Isis, il premier Renzi a tutto campo. Prima l’incontro con gli studenti per chiudere l’iniziativa del Pd “La scuola che cambia, cambia l’Italia”, poi in Rai per la trasmissione in “1/2 ora” di Lucia Annunziata.
Pur tra qualche contestazione, Renzi parla di riforma della scuola difendendo gli insegnanti “basta considerarli l’ultima ruota del carro” anche se non manca una punzecchiatura “ma ci sono pure quelli che non sono all’altezza della loro missione”. Sui fondi, il premier lancia l’idea di “prevedere il meccanismo del 5 per mille anche per la cultura e per la scuola”. E sui malumori: “Abbiamo ascoltato tutti, il resto sono pagliacciate”.
Il presidente del consiglio indica poi la data dell’avvio della riforma della Rai per la quale “si partirà a marzo” e non è escluso, nonostante la volontà “se possibile” di mettere in pista un decreto legge”. Dichiarazioni che hanno scatenato le polemiche da parte di Forza Italia e del Movimento cinque stelle.
Sul Jobs Act, Renzi glissa sulla presa di posizione del presidente della Camera Boldrini “Noi andiamo avanti” ma non su Landini della Fiom che si dice pronto a sfidarlo “non è il primo. Con il sindacato ha già perso, è difficile pensare che tutte le manifestazioni non fossero propedeutiche alla sua entrata in politica”.
La Libia, il terrorismo internazionale e la minaccia dell’Isis a Roma. Renzi ha voluto “tranquillizzare gli italiani” perché noi conosciamo come stanno le cose in Libia e siamo in grado di intervenire. Diciamo no all’esagerazione, non siamo sotto attacco, niente fughe in avanti. Al tempo stesso non dobbiamo sottovalutare niente”.