Violentata dai compagni di scuola, in un garage abbandonato alla periferia di Torino, e costretta al silenzio per non vedere le foto e i video di quell’orrore finire in mano ai genitori. Protagonista di questa drammatica vicenda, raccontata dalla Stampa in edicola oggi, una tredicenne.
Per mesi è stata costretta a subire ogni tipo di umiliazione dai baby-stupratori, suoi coetanei. Fino a quando si è ribellata e per vendetta il branco ha spedito una foto alla madre, che ha denunciato tutto alla polizia. Una storia di violenza e di degrado.
“Tutti nel quartiere conoscevamo questa storia”, racconta al quotidiano torinese uno studente della scuola frequentata dalla ragazzina e dai suoi stupratori. “Sembrava una cosa normale – aggiunge – non avevamo capito che le avevano fatto dei video e la stavano ricattando”.
La polizia ha sequestrato telefoni e computer: nella banda del garage sarebbero pochi quelli che hanno compiuto quattordici anni. La loro vittima ha cambiato scuola. “È un fatto gravissimo – è il commento del preside – che adesso rischia di creare pregiudizi nei confronti di un quartiere che sta cercando di uscire dall’isolamento”.
E sono otto i minorenni indagati dalla Procura dei minori di Torino. L’inchiesta è seguita dal pm Antonella Barbera ed è partita in seguito alla denuncia della madre della ragazza, che si è rivolta ai carabinieri di una cittadina della prima cintura di Torino.