Confiscati a Reggio Calabria beni per un valore di 25 milioni di euro ad un imprenditore edile, Giuseppe Malara, di 60 anni. L’uomo, nel 2007, era stato arrestato nell’operazione “Gebbione” contro la cosca di ‘ndrangheta dei Labate, ma poi era stato assolto dal Tribunale reggino.
Nonostante il giudizio favorevole, la Direzione investigativa antimafia ha eseguito ugualmente la confisca perché se è vero che “Malara – si legge negli atti – nel procedimento penale a suo carico, è stato assolto , tuttavia, stante l’autonomia del giudizio penale di condanna rispetto a quello di prevenzione, ritiene il collegio che residuino in linea di fatto indizi di una sua contiguità e cooperazione con il sodalizio capeggiato dai fratelli Labate, operante nella zona sud di Reggio Calabria”.
I beni confiscati, che erano stati sequestrati nel luglio del 2013, consistono, in 73 immobili, una ditta e disponibilità finanziarie per 500 mila euro.Le indagini patrimoniali, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, sono dirette dal procuratore Federico Cafiero De Raho. Gli accertamenti hanno evidenziato la sproporzione tra gli investimenti effettuati sin dalla fine degli anni ’70 rispetto a quanto fiscalmente dichiarato.