Gino Paoli ha annunciato tramite il suo legale Andrea Vernazza di essersi autosospeso dalla Siae: il cantautore genovese lo ha dichiarato in seguito al suo coinvolgimento in un’indagine per evasione fiscale, secondo cui Paoli avrebbe portato due milioni di euro in Svizzera, sottraendo 800 mila euro al fisco italiano.

“Chiariremo tutto. L’accusa è infondata – ha spiegato il legale – Paoli mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto”, ha aggiunto, sottolineando che il cantautore “è dispiaciuto per questa cosa, per l’immagine che ne esce fuori. Ma lui non ha commesso alcun reato”.

Vernazza ha poi spiegato che Paoli, che il prossimo 2 marzo verrà interrogato dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, “aveva contattato il commercialista Andrea Vallebuona per riportare i soldi in Italia, quindi per rientrare nella legalità. Non per portarli in Svizzera. Resta comunque da dimostrare che quei soldi siano stati portati nel 2008”.

Tramite una nota ufficiale, la Siae ha però smentito qualsiasi notizia relativa alla sospensione di “Paoli dalla Presidenza in quanto non prevista dallo Statuto della Società”: “Il presidente – si legge ancora nella nota – ha convocato per martedì 24 febbraio un consiglio di gestione durante il quale esprimerà la sua posizione in merito alla vicenda che lo vede coinvolto e comunicherà le sue decisioni”.

La Guardia di Finanza prosegue nel frattempo gli accertamenti, passando al setaccio tutte le carte sequestrate nell’abitazione di Gino Paoli: le fiamme gialle hanno sequestrato diverso materiale cartaceo nella sede delle tre società che farebbero capo al cantante (la Edizioni musicali senza fine, la Grande Lontra e la Sansa).