Manca solamente l’estrema unzione, ma il Parma sembra davvero prossimo al collasso finale. Se da un lato Manenti continua a rassicurare sul buon esito dei bonifici emessi dalla Slovenia, i giocatori e tutto l’indotto che ruota attorno al club emiliano continuano a lanciare messaggi disperati.
A preoccupare un po’ tutti gli addetti ai lavori, Lega in primis, è l’imminente match di domenica pomeriggio tra Parma e Udinese. Al momento mancano le condizioni essenziali per scendere in campo: dal saldo al gestore della rete elettrica del Tardini, ai soldi necessari per gli steward e tutto il personale della sicurezza.
Si lavora senza sosta per garantire sia la regolarità del campionato che l’immagine internazionale. La riunione di questa mattina tra Questura, Carabinieri e Vigili del Fuoco ha di fatto rimandato a sabato la decisione finale, si valuterà anche l’ipotesi di disputare il match a porte chiuse.
Intanto, anche Alborghetti, presidente vicario incaricato di perfezionare l’acquisto del club da parte di Manenti, alza bandiera bianca: “Io non c’entro, il mio compito l’ho fatto e chiuso. So le notizie che sapete voi. Io braccio destro di Manenti? No, ho sempre parlato di un contratto a tempo per dargli tutti i poteri”.
“Punto e a capo. Sono curioso di vedere come va a finire. Dopo, per carità, mai dire mai – conclude Manenti – Non ho la più pallida idea di dove abbia i conti e di cosa stia facendo. Lo sento tranquillo, è l’unica cosa che posso dire perchè anch’io chiaramente lo sollecito”.