In Tanzania è stato ritrovato il corpo mutilato di un bimbo albino di appena un anno: Yohana Bahati, il nome del piccolo, sabato notte era stato strappato dalle braccia della madre da uomini armati con machete, che avevano fatto irruzione nella loro casa nella regione nord-occidentale di Geita. Da allora se ne erano perse le tracce.
La madre, Ester Jonas, è ricoverata in gravi condizioni con ferite da machete al volto e alle braccia: il corpicino è stato ritrovato martedì notte, in una zona boschiva vicino la casa, nel villaggio di Ilemele, nel distretto di Chato.
“Le sue gambe e le braccia erano state mutilate”, ha riferito Joseph Konyo, il capo della polizia regionale: le Nazioni Unite hanno condannato il barbaro gesto e avvertito che con l’avvicinarsi delle elezioni generali, quando magari molti candidati si rivolgeranno a pratiche di stregoneria per rafforzare le proprie chance politiche, la situazione per gli albini rischia di diventare drammatica.
La casa del piccolo è in una zona di foreste molto folte e che le forze di sicurezza dicono di far fatica a protegger. Nella famiglia ci sono anche altri due bambini albini che non sono stai toccati: “Abbiamo rafforzato la sicurezza nella zona per fare in modo che non sia fato del male a qualcun altro”, ha raccontato Konyo.
Si tratta del secondo rapimento di un bimbo albino nella zona in due mesi: a dicembre infatti, nel villaggio di Ndami nella regione di Mwanza, è sparita Pendo Shilinde, una piccola di 4 anni, prelevata dalla sua abitazione da un gruppo di uomini armati che erano accompagnati da un guaritore locale. La piccola non è mai stata ritrovata.
Konyo ha riferito che in entrambi i casi sono stati arrestati i padri dei bimbi, anche se non sono stati incriminati e l’inchiesta prosegue: Vicky Ntetema, direttore esecutivo di The Same Sun, un’Ong canadese impegnata nella difesa degli albini, ha denunciato che le famiglie sono spesso coinvolte nelle sparizioni, perchè sul mercato nero le sezioni dei corpi degli albini sono pagate a peso d’oro; e ha criticato la classe politica per non intervenire in maniera incisiva nella messa al bando dei guaritori tradizionali Negli ultimi anni, in Tanzania sono stati trucidati più di 70 albini.
Per chi nasce albino infatti, la vita nel continente africano è davvero misera: alla fatica di vivere senza pigmento della pelle, degli occhi e dei capelli sotto il sole cocente dell’Africa orientale, sommano il rischio di essere trucidati in quanto le loro membra sono utilizzate per incantesimi e pratiche di stregoneria.