Il fine principale dell’invasione dell’Isis in Libia è quello di “portare il caos nel sud dell’Europa”, infiltrandosi sui barconi degli immigrati nel Mediterraneo e attaccare così “le compagnie marittime e le navi dei Crociati”: a rivelarlo è il Daily Telegraph, facendo capo a documenti segreti degli jihadisti.
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E mentre l’Isis ha iniziato ad avanzare verso la Tunisia, secondo quanto riferito il premier libico Abdallah Al Thani, l’Egitto ha compiuto un raid terrestre a Derna, la città dichiaratasi Califfato dell’Isis nell’est del paese, catturando “55 elementi del Daesh”: già ieri i media egiziani avevano riferito della decisione dell’Egitto di evocare la “task force 999”, un’unità speciale per le operazioni internazionali da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche.
Site: la rete Isis nel mondo
L’avanzata dell’Isis. Intervistato dalla radio tunisina Express Fm, il premier libico Al Thani ha riferito che membri dello Stato Islamico e di Boko Haram hanno raggiunto i gruppi terroristici già presenti in Libia, precisando che questi ultimi si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia, la quale ha dispiegato lungo il confine con la Libia delle unità dell’esercito, volte alla difesa da “eventuali minacce contro l’integrità territoriale del Paese, e impedire ogni tentativo i infiltrazione da parte di terroristi”, come ha riferito il portavoce del ministero della Difesa, il colonnello Belhassen Oueslati.
L’intervento di Gentiloni alla Camera. “L’unica soluzione alla crisi libica è quella politica. Non vogliamo crociate. In Libia è evidente il rischio di saldatura tra gruppi locali e Daesh”, ha detto alla Camera in Ministro degli Esteri, che ieri ha tenuto un colloquio telefonico con John Kerry, il Segretario di Stato americano.