La cronaca fa registrare un inquietante episodio avvenuto all’interno del penitenziario di Milano. Nel carcere di Opera un detenuto rumeno si è tolto la vita e alcune guardie carcerarie avrebbero espresso commenti offensivi su Facebook, nella pagine dell’Aslippe, uno dei sindacati della categoria. Commenti pesantissimi del genere “Meno uno” e “un rumeno in meno”, o “Chi se ne frega”, che hanno scatenato il caso finito adesso all’attenzione del Dap, il Dipartimento della polizia penitenziaria, che ha aperto un’inchiesta per individuare e punire responsabili.
È la storia di Ioan Gabriel Barbuta, un rumeno di 39 anni, che nel giugno di due anni fa è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di un vicino di casa, avvenuto nel 2007.
Giudizio ribaltato dalla Cassazione dopo che il rumeno, in primo e secondo grado, era stato assolto. E per Barbuta, che nel frattempo era tornato nel suo Paese, si spalancano le porte del carcere e, dopo due anni in cella, decide di togliersi la vita. Sulla pagina Fb qualcuno ha provato anche a protestare ma è stato zittito con un eloquente: “Prova a lavorare all’interno di un istituto. Sono solo extracomunitari”.