La Procura di Catania ha emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, che è anche direttore del quotidiano La Sicilia. Il reato ipotizzato è di concorso esterno all’associazione mafiosa. In precedenza la Dda etnea aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma il Gip ha sollecitato nuove indagini. La notizia è stata riferita con una nota dalla Procura che sottolinea che “la contestazione si fonda sulla ricostruzione di una serie di vicende che iniziano negli anni ’70 e si protraggono nel tempo fino ad anni recenti” e “riguardano partecipazione ad iniziative imprenditoriali nelle quali risultano coinvolti forti interessi riconducibili all’organizzazione Cosa Nostra”.
“Negli atti sono confluiti anche i documenti provenienti dagli accertamenti condotti in collegamento con le Autorità svizzere – si precisa dalla Procura – che hanno consentito di acquisire la certezza dell’esistenza di diversi conti bancari. In quelli per i quali sono state sin qui ottenute le necessarie informazioni sono risultate depositate ingenti somme di denaro (52.695.031 euro), che non erano state dichiarate in occasione di precedenti scudi fiscali; la successiva indicazione da parte dell’indagato della provenienza delle somme, non documentata, ha trovato smentita negli accertamenti condotti”. La Procura spiega che una valutazione “sull’idoneità del materiale probatorio a sostenere l’accusa nel giudizio sarà operata solo al termine del periodo assegnato alla difesa”, che sono 30 giorni, e “dopo un attento esame delle deduzioni difensive eventualmente prospettate”.
“Sorpresa e stupore – spiega l’avvocato di Ciancio Carmelo Peluso – perché è del tutto evidente la stranezza di un mutamento di opinione da parte della Procura, che non ha aggiunto elementi tali da poter spiegare una inversione a 180 gradi della posizione del dottor Ciancio, rispetto alla precedente richiesta di archiviazione. Adesso – conclude il penalista – serve del tempo per esaminare con attenzione e valutare gli atti forniti dalla Procura, rispetto ai quali Ciancio conferma la sua totale estraneità ad ogni fatto contestato”.