Un sito online per raccogliere segnalazioni, anche anonime, su fenomeni di corruzione in Sicilia. A lanciarlo è il Movimento 5 Stelle. Da oggi i cittadini potranno utilizzare l’indirizzo www.segnalazioni5stelle.it per denunciare casi di corruzione. L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa, a Palazzo dei Normanni, dai parlamentari nazionali Giulia Di Vita e Giulia Grillo, dal deputato regionale Stefano Zito, alla presenza del magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, e di Davide Del Monte, direttore transparency international Italia.
“È un po’ la nostra risposta – ha detto Giulia Di Vita – all’inazione della Regione, che inconcepibilmente ha evitato di costituirsi parte civile contro un suo funzionario, perché ‘le mazzette non costituiscono un fattore di particolare allarme sociale’. Per noi, invece, l’allarme c’è, ed è enorme”. Il sito ‘anticorruzione’ è una ‘coproduzione’ dei 5 stelle di Camera ed Ars.
Per Imposimato, “finora si sono fatte leggi propaganda, ma di concreto non si è fatto nulla, anzi quando si è operato lo si è fatto per peggiorare la situazione, come nel caso della legge Severino, dove le pene per la concussione fraudolenta sono state ridotte da 12 a 8 anni”.
Per il magistrato è imprescindibile fare qualcosa dal punto di vista legislativo per cambiare le cose, visto “che il 95 per cento dei processi finisce in prescrizione”. L’idea dei sito-sentinella era nata in origine per contrastare la corruzione in sanità ma “gli ultimi episodi di cronaca e gli ultimi arresti in Sicilia -ha detto il deputato Zito-ci hanno convinto ad allargare il campo d’azione. La corruzione non è solo di tipo macro, come quella relativa alla spesa farmaceutica, ma è anche micro e si estrinseca nel dipendente infedele che chiede un telefonino nuovo o nella banconota da 100 euro per velocizzare una pratica. La corruzione potrebbe annidarsi anche nella mancata trasparenza delle pubbliche amministrazioni, nei bandi scritti male o cuciti su misura”.
“I numeri – ha proseguito Zito – stanno diventando impressionanti, come testimonia un recente studio realizzato dall’università di Goteborg che vede la Sicilia quasi in fondo (148 posto su 172 regioni) in una classifica che piazza più in basso chi registra più episodi di corruzione”.
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