L’aviazione egiziana ha bombardato “obiettivi dello Stato islamico” in territorio libico, in reazione alla decapitazione di 21 copti egiziani annunciata ieri in un video. I 21 lavoratori egiziani copti erano stati rapiti tra dicembre e gennaio da gruppi di combattenti islamici attivi nella città costiera di Sirte. I bombardamenti, avvenuti all’alba, hanno preso di mira, secondo la tv di stato, accampamenti, siti d’addestramento e depositi di armi.
Sono stati otto i raid compiuti dall’aviazione egiziana in Libia, facendo oltre 64 vittime tra i jihadisti e causando anche la morte di cinque civili a Derna, tre bambini e due donne: lo ha precisato il portavoce delle forze armate libiche di stanza a Tobruk, Mohammed Hegazi, in una dichiarazione al quotidiano egiziano “al Ahram”. Secondo Hegazi, tra le vittime ci sarebbero tre comandanti dello Stato islamico e l’operazione avrebbe colpito il 95 per cento degli obiettivi prestabiliti
Dopo la diffusione del video, il governo egiziano, attraverso il presidente Abdel Fattah al-Sisi, aveva definito gli uomini dell’autoproclamato Stato islamico “assassini e criminali senza la minima umanità”. Una condanna è arrivata anche da parte di al-Azhar, la più importante istituzione dell’Islam sunnita, che ha parlato di “azione barbara, senza niente a che vedere con qualsiasi religione o coi valori umani”. La Chiesa copta ortodossa, da parte sua, si è detta “fiduciosa” che i colpevoli verranno assicurati alla giustizia.
Intanto, secondo i media libici, il generale Khalifa Haftar, esponente di spicco dell’esercito regolare libico, ha dichiarato di essere pronto a collaborare con gli attacchi dell’Egitto contro l’Isis e altri gruppi terroristici in Libia. E, parallelamente, il presidente al Sisi ha incaricato il ministro degli Esteri Smaeh Shukri a recarsi “immediatamente” a New York per le riunioni necessarie all’Onu e nel Consiglio di Sicurezza per chiedere una reazione internazionale. Shukri porrà la comunità internazionale di fronte alle “sue responsabilità”, affinché prendano le “misure adeguate” per far rispettare la carta delle Nazioni Unite, tenendo conto che tutto quello che sta succedendo in Libia “è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale”.
Anche la Casa Bianca, in una nota, ha condannato la decapitazione dei copti: “La barbarie dell’Isis non vede confini – dice il comunicato -. Fuori da ogni fede, setta o etnia. Questa insensate uccisione di innocenti è soltanto il più recente dei feroci atti perpetrati dai terroristi affiliati all’Isis contro le popolazioni della regione, compreso l’omicidio di decine di soldati egiziani nel Sinai, che può solo portare la comunità internazionale ad essere unita contro l’Isis”.
(Foto d’archivio)