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Isis, in un video le minacce all’Italia | “Oggi siamo a sud di Roma, in Libia”

Mentre i nostri connazionali lasciano la Libia, i terroristi dell’Isis in un nuovo video, dal titolo “Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce”, minacciano direttamente l’Italia.

Nel messaggio, secondo Site, il sito americano di monitoraggio dell’estremismo islamico in rete si sente espressamente che “prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma… in Libia“. Il video, che contiene anche minacce per i cittadini statunitensi, mostra l’esecuzione dei 21 egiziani copti, rapiti tra dicembre e gennaio.

Nelle immagini compare il messaggio “Avete buttato il corpo di Osama bin Laden in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro”. Il filmato è attribuito al gruppo che si identifica come “Lo Stato Islamico della provincia di Tripoli”. Nei fotogrammi si vedono gli ostaggi in tuta arancione, come quelle usate nella prigione di Guantanamo, che camminano su una spiaggia, probabilmente libica, accompagnati da uomini armati di coltello e con il volto coperto da maschere e con un’uniforme nera, ciascuno armato di un coltello.

La notizia dell’uccisione dei 21 cristiani copti, rapiti a Sirte, era stata diffusa il 12 febbraio scorso da alcuni media egiziani, ma fino a stasera non è mai stata confermata dalle autorità del Cairo.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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  • Il video é terribile e non oso a guardarlo ancora.
    Lo conservo solo come prova del peggior momento storico vissuto.

  • Non oso più guardare il video perché terribile.
    Lo conservo solo come testimonianza della peggiore barbaria commessa in nome di Dio.

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Tags: "Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce"21 egiziani copti uccisi in libiaisisLibianuovo video dell'Isis in Libiaprima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma... in Libiasirteterroristi dell'isis