Ha lasciato la clinica Gibiino di Catania in silenzio, attorniata dai familiari che l’hanno sorretta fino all’auto che l’attendeva all’ingresso. Il volto coperto da una sciarpa per il freddo, ma anche per non fare vedere i segni del suo grande dolore. Nessuna dichiarazione, un’uscita veloce per Tania Laura Egitto, la madre di Nicole, la neonata morta due giorni fa in un’ambulanza mentre la stavano trasportando d’urgenza a Ragusa perché negli ospedali di Catania non c’erano posti disponibili.
“Avremmo dovuto organizzare una festa – dice amareggiato il papà di Tania, Franco Egitto – invece stiamo per organizzare un funerale”. Il nonno di Nicole ribadisce che “la nostra famiglia non accusa alcuno, ma vuole soltanto verità e giustizia”.
E chiarezza sta cercando di fare sulla vicenda la Procura di Catania, che ha delegato la polizia di Stato a eseguire acquisizione di cartelle cliniche e atti amministrativi, ma anche le registrazioni telefoniche del 118. Sarebbero un numero compreso tra 15 e 20, tra medici, infermieri e paramedici, quello dei potenziali indagati per la morte della piccola Nicole, per un atto dovuto: la possibilità di nominare periti di parte a difesa durante l’esecuzione di un atto irripetibile come l’autopsia. La Procura di Catania vuole chiarire la “complessa serie di concause” che hanno causato il decesso. La ‘filiera’ è vasta, e il procuratore Giovanni Salvi vuole identificarla e studiarla tutta. “Dal parto e dalle terapie effettuate nelle primissime fasi di vita della bambina”, ma anche “modalità di reazione delle strutture centrali, a partire dal 118, nonché i tempi e le modalità di utilizzo dell’autoambulanza e la adeguatezza del personale del mezzo rispetto all’emergenza che si prospettava”.
I nodi da sciogliere sono gli stessi: eventuali problemi nella sala parto, protocolli e tempistica nella ricerca di un’Utin libera a Catania e come mai la scelta sia finita nella lontana, a oltre 100 chilometri, Ragusa. Un viaggio in ambulanza di quasi due ore obbligato da norme e regolamenti che non conoscono flessibilità o non c’era altro da fare? Sicuramente non si poteva accelerare il trasporto a Ragusa perché l’elicottero del 118 da Catania di notte non vola: la pista è aperta soltanto dall’alba alla sera. Un primo quadro sull’inchiesta sta per arrivare.
“Domani potrà essere fornita una comunicazione più precisa circa il numero degli indagati – anticipa il procuratore Salvi – che saranno ovviamente individuati secondo i criteri della responsabilità personale. Lunedì sarà conferito incarico di consulenza medica ad un collegio composto da un medico legale, da un ginecologo e da uno specialista di neonatologia e rianimazione”.
Martedì, quindi, molto probabilmente si terrà l’autopsia nell’ospedale ‘Paternò-Arezzo’ di Ragusa, dove Nicole è giunta senza vita. Nella stessa struttura dove c’è un posto letto in più nell’Unità di rianimazione intensiva neonatale grazie alla donazione della polizia di Stato, dopo una serata di beneficenza organizzata dalla locale Questura.
La famiglia di Nicole intanto si è chiusa intanto a ‘riccio’. Un fiocco rosa ricorda ancora la nascita della piccola dai nonni materni, che lo avevano esposto davanti al cancello del complesso dove si trova la loro abitazione a Mascalucia. La coppia è a casa, a Gravina di Catania. Accudita da familiari e amici. Nessun contatto con l’esterno, neppure al citofono. L’unico commento è della zia materna della piccola, Erica Eliana Egitto, che posta sul proprio profilo di Facebook la canzone ‘Guerriero’ di Marco Mengoni, dedicandola “alla mina nipotina”, e dal quale estrapola la frase “…e non lotterò mai per un compenso, lotto per amore, lotterò per questo…”. “Questa è per la nostra lotta. Ascoltatela. Vi amo sopra ogni cosa – conclude – e vinceremo contro tutti e resteremo in piedi”.