L’assessore Lucia Borsellino è una persona perbene, di conclamata onestà intellettuale, grande lavoratrice e fiera erede del cognome del padre. Premesso questo, va detto che con le dimissioni (ancora solo annunciate, proveranno a farla recedere) ha deciso di pagare per tutti.
Ma è bene dire una cosa: anche lei ha precise responsabilità, soprattutto nel metodo. Per cinque anni è stata la punta di diamante della squadra dell’ex assessore regionale Massimo Russo, che ha rivoluzionato la Sanità con una riforma che aveva prodotto consistenti risparmi e stava dando anche i suoi frutti in termini di Governo del settore e di qualità delle prestazioni offerte.
Diventata assessore la Borsellino ha deciso di cambiare ruolo: da centravanti a portiere, cercando di parare i tanti tentativi di destrutturare il sistema che le arrivavano dalle “stanze” più vicine alle sue. Ha fatto quello che ha potuto ma qualche gol l’ha preso.
Non sempre ha avuto la forza per imporre scelte necessarie anche se impopolari. L’interminabile manfrina sulla nomina dei manager e i ritardi sulla rete ospedaliera erano stati un campanello d’allarme. Dopo due anni la sanità siciliana perde pezzi importanti e non è più certo il fiore all’occhiello del Governo.