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Sanremo 2015, le pagelle della quarta serata | Si ride con la finta Vanoni. Conte, che romantico

Sta andando fin troppo bene questo Sanremo. Nessun incidente di percorso, nessun tentativo di suicidio, nessuna tetta di fuori. Per trovare una polemica bisogna provare con il collegamento di giovedì con Samantha Cristoforetti dallo spazio: non era in diretta ma registrato. Carlo Conti (voto 7) se la cava agevolmente: era registrato, mbè? In effetti è stata forse la cosa migliore della serata, che fosse registrato o in diretta non mi cambia niente. Semmai, a questo punto non capisco la domanda di Conti a Samantha: “dove ti trovi in questo momento?” Quella viaggia a 7 chilometri al secondo. Se la domanda gliela fai alle 16.30 o alle 22.00 fai una differenza di alcune decine di migliaia di chilometri…..

Apprezzabile poi (voto 6,5) il “savoir fare” con cui Carlo Conti, presentando le semifinali giovani, ripropone la sua gaffe di ieri quando ha sbagliato a proclamare la vincitrice della sfida tra Amara e Rakele. Vista l’esibizione odierna di Amara (voto 4) non sarebbe stato nemmeno un errore eliminarla già ieri. Assolutamente logico che siano i Kutso (voto 7) a passare la sfida con il minimo sforzo. Più equilibrata e più “tesa” la sfida tra Nigiotti (voto 6,5) e Caccamo (voto 6,5), vinta da quest’ultimo.

Voto 10, pieno, ai Pilobulos che hanno di nuovo incantato con i loro giochi d’ombre. Un bel modo per introdurre la sfida tra i big. Annalisa (voto 6,5) conferma le buone impressioni della prima sera, come del resto anche Irene Grandi (6,5 anche per lei). Per andare giù con i voti dobbiamo parlare di Arisa (voto 4) e del suo look improbabile e anche della sua immagine troppo forzatamente svampita: un po’ ha stancato. Così come Nesli (voto 5) si mette in evidenza più per la giacca di colore boh (aragosta?) che per la canzone. Nek invece si esprime nuovamente ad alti livelli: voto 7,5 e buone chances di concorrere per la vittoria. Si riprende un po’ Bianca Atzei (voto 5,5) ma non convincono nè la canzone nè l’interpretazione.

Sorpresa positiva da Antonio Conte (voto 7), ct della Nazionale. Quando è dentro l’ambiente calcistico è Mister Antipatia, seduto sulle scale dell’Ariston, in smoking, a parlare delle sue canzoni preferite mostra un lato romantico e un’espressione tranquilla che in pochi gli conoscono. La maglia azzurra con il numero 65 (come le edizioni di Sanremo) è un po’ banale ma si vede che non è un’idea sua.

Biggio e Mandelli (voto 4,5) sono a Sanremo solo per farsi pubblicità. L’unica cosa che merita la sufficienza è la frase finale: “Carlo, ti salutiamo oggi perchè poi non ci sarà più tempo” Saranno eliminati, e se non lo saranno ci sarà da chiedersi perché. Moreno con il suo rap continua a non “sfondare” ma tecnicamente è bravo e si guadagna un 6 in pagella. Lara Fabian, invece, voto 4: e non ne parliamo più.

Ohhh. Finalmente si sorride a Sanremo. Comicità e satira (non annunciate) dietro l’imitazione tagliente – e perfetta (voto 9) – di Ornella Vanoni proposta da Virginia Raffaele. Ci vuole un po’ per capire che non è l’originale perché la voce mentre canta è uguale, poi la “caricatura” della cantante milanese è ben studiata. Altro che Luca e Paolo, Pintus o Siani. E Virginia Raffaele si ripete a notte fonda nei panni di una centralinista del televoto: straordinaria, ancora 9.

Di Michele e Coruzzi (non più Platinette) fanno quello che possono e cioè non molto: si fermano a 5,5. Ma Lorenzo Fragola fa peggio, fallisce la prova d’appello e resta forse la delusione più grossa: voto 4,5 e una domanda, che differenza passa tra X Factor, dove è stato ottimo protagonista, e Sanremo?

I voti alti tornano con Sammy, il bambino affetto da progeria (invecchiamento precoce): la sua simpatia e la sua disinvoltura (voto 8,5) giustificano un’ospitata che francamente aveva lasciato perplessi. E voto alto anche ad Anna Tatangelo: per la canzone e per il vestito: complessivamente si guadagna un bel 7,5. Il Volo, però, è un’altra cosa: 9 in pagella per canzone, personalità, potenza e capacità di trascinare il pubblico.

Si torna alla comicità delle prime serate con l’esibizione di Gabriele Cirilli: e io torno al 4. Conferme per Gianluca Grignani (voto 5, solo un po’ meglio della prima serata) e per Malika Ayane (voto 7,5), brava, elegante e sensuale a dispetto dell’apparecchio per i denti. 6,5 per i Deer Jack, convincenti ma non entusiasmanti. Marco Masini riconquista il pubblico con la sua voce graffiante e un po’ roca, tirata al massimo: sì, il solito Masini ma questo non è un limite: voto 7,5. Nina Zilli (voto 7) si conferma una vice vivace capace di dare vita a una canzone non indimenticabile mentre per Alex Britti devo confermare il primo voto: 4. Raf (voto 6,5) appare più rilassato e si guadagna una sufficienza piena con una esecuzione di mestiere. Chiara però trascina come pochi, la canzone è bella, lei canta bene: voto 7,5, può competere per la vittoria o per il podio.

Satyricus

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