Il Pd cerca di stringere i tempi per l’approvazione del ddl sulle riforme costituzionali. Ma l’atteggiamento frettoloso fa infuriare le opposizioni. La Camera ha approvato la richiesta del capogruppo Roberto Speranza di una seduta fiume, un escamotage tecnico per aggirare la possibilità per ogni parlamentare di presentare sub-emendamenti. Dure proteste del M5s, che ha costretto la presidente Boldrini a sospendere la seduta. Alcuni parlamentari si sono rivolti alla presidente della Camera chiamandola “serva” del Pd.
Speranza, dopo aver chiesto la seduta fiume, ha aggiunto che il voto finale sul ddl potrebbe avvenire la prima settimana di marzo. Tutto ciò dopo che Lega e Fi avevano ritirato i sub-emendamenti presentati nei giorni scorsi e riferiti agli emendamenti depositati da altri parlamentari di altri gruppi. Rimasti solo quelli che si riferiscono ai pochi emendamenti del relatore Emanuele Fiano. Dopo l’annuncio di Boldrini, il capogruppo della Lega Massimiliano Fedriga ha sottolineato che quella del Carroccio è una scelta “politica”. Restano a questo punto sul tavolo gli emendamenti dei Cinquestelle.
Il voto è avvenuto in un caos totale proprio per la rabbia dei deputati del Movimento di Beppe Grillo. Molti di loro si sono riversati dai propri banchi nell’emiciclo, dove si erano schierati i commessi a difesa dei banchi del governo, sui quali sedeva immobile il ministro Maria Elena Boschi. Subito dopo il voto i Cinquestelle hanno prima scandito slogan contro i deputati del Pd, gesticolando al loro indirizzo (“buffoni”), e poi hanno cominciato a scandire “serva, serva”, verso la Boldrini che, visto il caos, ha interrotto la seduta. E nel pomeriggio è andato a vuoto il tentativo di mediazione tra il M5S e il Pd.
Prima dell’approvazione della seduta fiume, rissa sfiorata anche tra deputati della Lega e di Ncd. Sergio Pizzolante era intervenuto a nome di Ncd per annunciare l’appoggio del suo gruppo alla richiesta del Pd. Pizzolante aveva chiuso invitando ad evitare “speculazioni di bassa lega”, aggiungendo: “Dico non a caso ‘bassa lega’”. A questo punto alcuni deputati del Carroccio si sono lanciati contro di lui, difeso dai commessi. Altri deputati della Lega sono intervenuti mentre la presidente Laura Boldrini invitava alla calma.
Questa mattina però è toccato alla Boldrini infuriarsi con la maggioranza. La presidente della Camera avrebbe espresso “irritazione” per la mancanza del numero legale nell’aula di Montecitorio alle prima votazione di questa mattina sul ddl di riforma costituzionale. In particolare, per la terza carica dello stato, se la maggioranza chiede e vota il ricorso alla seduta fiume poi deve essere in grado di garantire la presenza in aula. Il M5S resta in Aula, ma non partecipa alle votazioni.