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Sanremo 2015, le pagelle della terza serata | Luca e Paolo flop, Samantha da 10 e lode

Alla faccia del cappero (voto 6). Carlo Conti (voto 8) e il Festival di Sanremo (finora voto 6,5,) fanno sul serio. Hanno annunciato il via della serata (guarda la scaletta della trasmissione) alle 20.35 e alle 20.38 erano già in onda. Magari si può discutere su quel siparietto registrato che sa un po’ di muffa ma la puntualità è stata rispettata. Di solito la prima serata viene annunciata alle 20.45 e poi comincia dopo le 21. Un buon segnale.

Considerato che anche oggi – come ieri – la scaletta parte con le nuove proposte mi viene il dubbio che il regista, ragionando un po’ all’antica, le abbia considerate un po’ troppo giovani queste proposte e fa in modo che già alle 21.00 tutto è finito e possono andare a letto subito. Magari dopo Carosello (voto 8).

Alle 20.50 il via alla sfida dei giovani. Giovanni Caccamo vince la sfida con Serena Brancale mentre Amara supera Rakele. Anche oggi verdetto giusto ma l‘atmosfera che regna tra i giovani (voto 7,5) è molto positiva. Ma voto 4 a Carlo Conti (ogni tanto tocca anche a lui) che ha sbagliato a leggere il verdetto: prima fa esultare Rakele poi si arrampica sugli specchi per correggere l’errore. Resta da capire perché una che si chiama Erika Mineo (quante k) usi come nome d’arte Amara (voto 4) che mette tristezza e inquietudine.

Via alle cover e cominciano i rimpianti. Il primo è Raf è il suo voto è subito 2, una media ponderata tra il 4 per una giacca rossa e nera (raffigura delle rose) che non metterebbero neanche al Circo Togni e lo zero per come fa a pezzi “Rose rosse per te di Massimo Ranieri. Fossi Ranieri farei partire la querela. Intanto le rose sono già appassite. Meno male che Irene Grandi (voto 6,5), subito dopo, ci offre una versione dignitosa di “Se perdo te” di Patty Pravo. Fa anche meglio Moreno, voto 7 (a volte mi autostupisco): reinterpreta un monumento come “Una carezza in un pugno” in una versione più ritmata e allegra che non fa a pugni con l’originale. Celentano (voto 9) era un’altra cosa ma non si può avere tutto. La Tatangelo con una nuova pettinatura (voto 6) fa anche meglio di Gigliola Cinquetti, rendendo più gradevole quel “Dio come ti amo” che già allora sembrava un quadro dell’800 (meno male che c’era Modugno): voto 7 alla interpretazione della “signora D’Alessio”.

Il primo break è per il collegamento con lo spazio, con Samantha Cristoforetti (voto 10): semplice, sorridente, positiva, ottimista, perfino comica quando dice con naturalezza che viaggia alla velocità di sette chilometri al secondo e che in questo momento non sa bene dove si trovi, che si diverte con il microfono che resta a galla anche senza tenerlo in mano perché c’è la forza di gravità, che dice (unica al mondo e… nello spazio) di non voler approfittare della Tv pubblica per saluti privati. Se lo spazio fa quest’effetto, domani mi imbarco sulla prima astronave che parte; se era già così prima di partire, alla Cristoforetti oltre al 10 do anche la lode.  

Più anonimo il secondo blocco di cover: Biggio e Mandelli (voto 6) ricalcano Cochi e Renato, Chiara (voto 5,5) perde il confronto con Caterina Caselli e Nesli (voto 5,5) banalizza Luca Carboni. Molto meglio Nek (voto 7,5) che rivitalizza “Se telefonando”.

Stendiamo il terzo velo pietoso sull’intermezzo comico: toppano anche Luca e Paolo: voto 4 (in due). Ma non si potrebbe fare a meno? Non va molto meglio il secondo intervento, intorno a mezzanotte: sì, fanno satira, anche impegnata (il tema è il matrimonio gay) ma in realtà non fanno ridere, nemmeno con la claque. Hanno fatto meglio.

Si torna alle cover. i Deer Jack scelgono una canzone difficile di Sergio Endrigo e non vanno oltre il 5,5. In compenso Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi (tornato Platinette, ma perché?) fanno anche peggio, stonando e “stracciando” Giuny Russo e la sua Alghero: voto 3, senza appello. Un po’ meglio Bianca Atzei (voto 5,5) alle prese con “Ciao Amore ciao” di Tenco e Alex Britti (voto 5, troppe stecche) con “Io mi fermo qui”.

Poi irrompe il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero. E il voto precipita a zero. Perchè è lì? Chi l’ha invitato? E canta pure Vasco. Aiuto. Aiutatelo.

Standing ovation per gli Spandau Ballet: un riconoscimento del pubblico al mito che furono (voto 9) ma l’esibizione regge bene (voto 7).

Il ritorno alle cover segna il “recupero” di Lorenzo Fragola (voto 6,5) con “Una città per cantare”: la esegue bene ma sembra aver perso spontaneità. Sorpresa negativa con Il Volo (voto 5,5): “Ancora” è noiosissima all’inizio, recupera alla fine ma soprattutto rievoca Marzullo. Con l’ora tarda ci sta. Annalisa (voto 6 di stima) non va oltre un’ordinaria interpretazione di “Ti sento” mentre Lara Fabian soffre e fa soffrire nell’interpretazione di “Sto male”. Alla fine stiamo tutti un po’ male: voto 4,5.

L’ultimo gruppo di cover si apre male: Gianluca Grignani (voto 4) conferma che non è periodo e la sua “Vedrai vedrai” si ingrigisce sempre più mentre Nina Zilli (voto 6,5) toglie la polvere a “Se bruciasse la città”: anche Massimo Ranieri può essere soddisfatto. Così come Vasco Rossi avrà visto con piacere l’esibizione di Malika Ayane (voto 7) impegnata in “Vivere”. Marco Masini (voto 6) prova a dare un senso a “Sarà per te” che però, già quando la cantò Francesco Nuti, non aveva grande storia.

Satyricus

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