Alla fine è stato raggiunto un accordo tra il premier greco, Alexis Tsipras, e il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Si apre quindi un dialogo tra i tecnici di Atene e quelli di Ue, Fmi e Bce. L’obiettivo è trovare un punto di incontro tra l’attuale accordo e le richieste del nuovo governo greco. Una prima analisi sarà effettuata entro l’Eurogruppo di lunedì.
“Rispetteremo le regole fiscali e l’equilibrio di bilancio, non torneremo al deficit, ma ho chiesto il supporto dei partner perché così riusciremo a fare della Grecia un paese normale”. Così il premier greco Alexis Tsipras, aggiungendo che il “clima non è quello del ricatto ma del rispetto e della comprensione”. “Nessuno nel Consiglio Ue vuole lo scontro”, ha poi aggiunto.
Il ministro delle finanze greco, Varoufakis ha illustrato al posizione dell’Esecutivo: la fine del programma europeo, l’attuazione del 70% delle riforme concordate, l’emissione di titoli di Stato a breve termine per 8 miliardi di euro da vendere al fondo salva-Stati della zona euro, il recupero degli 1,9 miliardi che la Bce ha guadagnato acquistando bond greci, la riduzione dell’avanzo primario dal 5% del Pil all’1,5% e la sostituzione della troika, composta da Commissione Ue,Bce e Fmi, con la consulenza dell’Ocse.
La portavoce di Dijsselbloem ha riferito che il presidente dell’Eurogruppo e Tsipras hanno avuto un bilaterale a margine del vertice Ue nel quale Dijsselbloem ha invitato Tsipras ad avviare un dialogo tra tecnici sui due piani, quello greco e quello europeo. Angela Merkel aveva lasciato aperto qualche spiraglio: “L’Ue cerca sempre il compromesso, questo è il suo successo. La Germania è pronta ma va detto che la credibilità dell’Ue dipende dal rispetto delle regole e dall’essere affidabili”. Poi si è rivolto a Tsipras: “Spero che potremo lavorare bene insieme, nonostante le difficoltà”.
Il comunicato con cui Tsipras e Dijsselbloem siglano l’accordo che dà vita alla missione tecnica per trovare un terreno comune, non contiene mai la parola “Troika”. I greci hanno chiesto e ottenuto di sostituire la parola con “istituzioni”.