È stato condannato a 16 anni e un mese di reclusione il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. Lo ha stabilito il tribunale di Grosseto che lo ha riconosciuto colpevole di tutti i capi d’accusa, esclusa l’aggravante della “colpa coscienziosa”. L’imputato non era presente in Aula perché, secondo quanto riferito dai suoi legali, avrebbe la febbre. Il tribunale di Grosseto ha respinto però la richiesta di arresto immediato per Francesco Schettino: hanno ritenuto non sussistente il pericolo di fuga dell’ex comandante.
“Combatterò sempre per dimostrare che io non ho abbandonato la Costa Concordia. Quanto al resto, aspetto di leggere le motivazioni della sentenza”, ha detto a caldo Schettino.
I giudici hanno chiesto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per cinque anni dalla carica di comandante di navi. Schettino dovrà anche pagare le spese processuali e dovrà risarcire i familiari delle vittime.
Francesco Schettino e Crosta crociere sono stati condannati in solido anche a risarcire le parti civili, tra cui la Presidenza del Consiglio, alcuni ministeri, la Protezione civile, la Regione Toscana e il comune di Isola del Giglio. Anche a numerosi superstiti del naufragio della Costa Concordia, il tribunale di Grosseto ha riconosciuto il risarcimento richiesto come parti civili. Per molti di loro, la cifra è di 30 mila euro. Anche Domnica Cemortan avrà questo risarcimento.
Il comandante è stato condannato per i fatti legati al naufragio della nave da crociera, la Costa Concordia, al largo dell’Isola del Giglio, in Toscana, il 13 gennaio del 2012, in cui persero la vita 32 persone, tra cui una bambina di 6 anni. Le accuse, nello specifico erano: omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio, abbandono della nave e anche di aver mentito alla corte.
L’accusa aveva chiesto una condanna 26 anni, ovvero il totale delle pene previste per le accuse di cui Schettino sarebbe responsabile per i Pm. Sempre l’accusa, tra l’altro, ha sempre rimproverato al comandante di non avere mai chiesto scusa ai familiari delle vittime. Lo ha fatto soltanto questa mattina, in Aula, in un momento di commozione.
Ampia la forbice tra la richiesta della difesa e quella dell’accusa: i legali del comandante hanno chiesto, infatti, l’assoluzione per i reati di omicidio colposo plurimo e per l’abbandono della nave. Secondo gli avvocati, Schettino sarebbe scivolato e per salvarsi si sarebbe dovuto attaccare a una scialuppa di salvataggio. In subordine, i legali avrebbero chiesto la pena minima per queste due accuse.