Assassino sì, colpevole senza dubbio ma non crudele. E quindi è da rivedere al ribasso la condanna a 30 anni di reclusione per Salvatore Parolisi perchè va eliminata l’aggravante della crudeltà. Per la Corte di Cassazione, dunque, Salvatore Parolisi è responsabile dell’omicidio della moglie Melania Rea, ma la pena a 30 anni di carcere inflittagli in appello va diminuita.
Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione, che ha però annullato senza rinvio la sentenza impugnata dall’imputato limitatamente all’aggravante della crudeltà e disposto un nuovo processo, per rideterminare la pena, davanti alla Corte d’assise d’appello di Perugia.
Parolisi è l’unico imputato per l’omicidio della moglie, 29 anni, avvenuto nel boschetto delle Casermette, a Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, il 18 aprile del 2011: il corpo della donna venne ritrovato due giorni dopo la sua scomparsa, grazie ad una telefonata anonima alla polizia in cui si annunciava il ritrovamento di un cadavere seminudo e vilipeso.