La lotta alla corruzione è il primo obiettivo da perseguire secondo la Corte dei Conti riunita a Roma per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il presidente Raffaele Squitieri ha spiegato nel suo discorso che “la crisi economica e la corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra. L’illegalità ha effetti devastanti sull’attività di impresa e quindi sulla crescita”.
Secondo Squitieri, rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il pericolo più serio per la collettività “è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. E non possiamo permettere che questo accada”.
Il procuratore generale, Salvatore Nottola, ha invece sottolineato che, negli ultimi anni, le competenze della Corte dei Conti “sono fortemente aumentate e rese sempre più specialistiche, mentre i magistrati sono ridotti di oltre il 30%: sarebbe doveroso almeno reintegrare gli organici”. Ma ha anche aggiunto “il contrasto a sprechi ed illeciti, nonché ad episodi di criminalità economica, come sono emersi anche recentemente nell’inchiesta di mafia Capitale” è efficace a patto che si “recuperino le risorse sperperate, il che può avvenire soltanto con l’azione, obbligatoria, di un organo pubblico neutrale” come appunto l’azione “del pubblico ministero contabile”.
Sul tema dell’economia italiana, il presidente Squitieri ha evidenziato che il quadro è di estrema fragilità e di sfiducia: “Le più recenti previsioni concordano nel valutare che, in Italia nel 2016, il livello del prodotto interno lordo resterebbe di ben sette punti al di sotto di quello del 2007, l’anno che ha preceduto l’esplosione della crisi finanziaria mondiale”. In tema di riforme, definisce “prioritario” riorganizzare le strutture dello Stato, che ci siano “margini per il sostegno a famiglie e imprese” anche alla luce di “novità di grande rilievo” come il Quantitative easing della Bce, il ribasso del petrolio e la flessibilità in sede Ue.