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Il comune di Amatrice contro lo chef Cracco | “Nella pasta all’amatriciana non ci va l’aglio”

Quando gli chef più rinomati devono sconvolgere i piatti della tradizione, il popolo insorge. Dopo la crociata dei siciliani contro Tiziana Stefanelli, vincitrice della seconda edizione di Masterchef, che ha osato mettere il dado nella caponata in un spot pubblicitario; a scendere in campo in difesa della cultura enogastronomica sono stati i laziali.

In modo particolare il Comune di Amatrice, cittadina dell’alto Lazio e patria di uno dei primi piatti più famosi, l’amatriciana appunto, si è dichiarato “sconcertato” dopo le dichiarazioni di Carlo Cracco ospite di Maria De Filippi a “C’è posta per te”.

Durante la trasmissioni infatti lo chef ha rivelato un suo “segreto” per una perfetta riuscita del piatto: usare l’aglio in camicia. L’amministrazione comunale, su Facebook (sbagliando anche il nome dello chef da Cracco a Gracco) ha scritto: “Ricordiamo che gli unici ingredienti che compongono la vera amatriciana sono guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino. A rafforzare ancor di più l’autenticità della ricetta, rammentiamo l’istituzione del marchio DE.CO, che proprio qualche settimana fa ha visto fiorire i primi prodotti a Denominazione Comunale, tra i quali il guanciale Amatriciano ed il pecorino di Amatrice”.

“Siamo sicuri che da parte del celebre chef sia stato un “lapsus”, vista la sua storia professionale ed anche la sua capacità di stare al gioco, pubblicizzando una nota marca di patatine – continua la nota diffusa dal Comune – Ribadendo che siamo certi della buona fede del noto chef, siamo convinti che lo stesso abbia comunque piena libertà di inserire “l’aglio in camicia” nel sugo da lui preparato, e siamo ancora più convinti che tale sugo potrà anche essere buono, ma non lo si può chiamare Amatriciana”.

Per concludere: “Il Comune di Amatrice sarà ben lieto di ospitare lo Chef Carlo Cracco nei luoghi dove ha avuto origine il “primo” piatto più famoso al mondo”.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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