Si può parlare di un nulla di fatto, di una soluzione che ancora non è stata trovata. La verità è che serpeggia il nervosismo tra i principali leader europei per un vertice che non ha raggiunto i risultati sperati e che potrebbe significareun inasprimento della situazione ucraina. La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il presidente russo Vladimir Putin si sono riuniti al Cremlino per oltre cinque ore per cercare di trovare una via d’uscita pacifica.
Le dichiarazioni post vertice sono abbastanza chiare. IL presidente francese Hollande dice: “Se non si trova un accordo sull’Ucraina, noi sappiamo che l’unico scenario non può che essere la guerra“.
“Dopo i colloqui di ieri posso dire che è incerto che questi abbiano avuto successo, ma ha certamente avuto valore il tentativo”, ha poi aggiunto Angela Merkel alla conferenza di sicurezza di Monaco. “Se è vero che la soluzione non può essere militare, fornire armi non è la soluzione“, ha ribadito Merkel. La cancelliera ha sottolineato che le armi in Ucraina sono già troppe.
Tutto è rimandato a un colloquio telefonico che domenica dovrebbe dare forma ai negoziati e vita a un documento per attuare gli accordi di Minsk.
Giovedì il leader francese aveva assicurato che la missione diplomatica franco-tedesca a Mosca sarebbe servita per avanzare una proposta “accettabile per tutti” e mettere fine al conflitto rispettando “l’integrità territoriale” dell’Ucraina.
Il nodo ancora da sciogliere sarebbe quello sul “controllo efficace della frontiera russo-ucraina anche nelle zone controllate dai ribelli” cosa che impedirebbe alla Russia di rifornire i ribelli di armi e uomini.
Oggi arrivano al forum anche il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov e il presidente ucraino Petro Poroshenko, che terranno anche incontri in diverse formazioni tra loro, a margine. Per l’Italia sono presenti i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti, impegnati in una serie di bilaterali, al convegno che vede partecipare trenta Paesi.
Intanto sei civili sono morti e altri 15 sono rimasti feriti nei bombardamenti che hanno colpito ieri i territori controllati dai separatisti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Lo sostiene Eduard Basurin, un rappresentante del ministero della Difesa dei ribelli locali. L’amministrazione comunale di Donetsk riferisce di una persona uccisa dai bombardamenti che si sono abbattuti sulla citta’ nella notte.