La Giordania annuncia una guerra totale contro i jihadisti dello stato islamico dell’Isis. “Li colpiremo ovunque”, ha detto il ministro degli Esteri giordano, Nasser Judeh, aggiungendo che la rappresaglia della Giordania contro l’Isis ” è solo all’inizio”. Dopo l‘esecuzione di Sajida al-Rishawi, la terrorista di cui gli estremisti avevano chiesto la liberazione in cambio della vita del pilota prigioniero, e i raid dell’aviazione, il regime hashemita starebbe valutando l’opzione di un’offensiva terrestre. A pilotare la guerra allo Stato Islamico è il re Abdallah di Giordania.
La determinazione della Giordania avanza di pari passo con il dolore per la morte del pilota Muath al Kassasbeh, bruciato vivo dai terroristi del Califfato.
L’offensiva giordana è già partita, con i raid dell’aviazione sulle postazioni dell’Isis. Nella giornata di giovedì, hanno precisato le Forze armate in un comunicato, “decine di caccia” hanno centrato e “distrutto” postazioni dell’Isis. “Pagheranno per ogni capello di Muath”, conclude il comunicato. Dopo la missione, i caccia hanno sorvolato la città natale del pilota. Le autorità giordane stanno valutando anche la possibilità di lanciare una campagna di terra nelle zone di Iraq e Siria sotto il controllo dell’Isis.
Movimenti di truppe giordane si registrano vicino al confine con l’Iraq, come ha riferito all’emittente al-Jazeera fonti della polizia di frontiera irachena nella provincia occidentale di Anbar, dove è radicata la presenza dei jihadisti.