La notizia secca è che Scelta Civica, il partito che era nato attorno alla figura dell’ex presidente del Consiglio Mario Monti, si è sostanzialmente squagliata per confluire nel Pd, è diventata Sciolta Civica, tanto per citare la battuta più diffusa sui media e i social. In pratica passano al Pd il ministro Stefania Giannini, i senatori Gianluca Susta, Alessandro Maran, Linda Lanzillotta e Pietro Ichino e i deputati Ilaria Borletti Buitoni, Irene Tinagli e Carlo Calenda.
E’ la prima clamorosa conseguenza della partita per il Quirinale, vinta dal premier Matteo Renzi, capace di compattare il proprio partito sul nome “inattaccabile” e spendibile di Sergio Mattarella e di incrinare pesantemente gli equilibri in molte altre formazioni politiche, a cominciare dal centrodestra berlusconiano e a Ncd del ministro Angelino Alfano.
Il premier esulta ma rilascia dichiarazioni soft, tipiche di chi si vuole gustare la vittoria senza infierire sugli,..sconfitti. Renzi ha citato “il leale contributo sulla strada delle riforme” del gruppo di Scelta Civica e ha parlato di una condivisione che può “individuare un approdo comune e un comune cammino per il cambiamento dell’Italia nel segno di quelle riforme che sono nel dna del Pd e di Scelta civica”. Renzi fa i conti e somma i nuovi arrivi alla già maggioritaria formazione del Pd nelle due Camere. Il che significa, molto brutalmente, che il premier può arrivare al confronto sulle riforme con numeri solidi e con un potere contrattuale che ridurrà senz’altro il peso del centrodestra e di quel famoso Patto del Nazareno che è stato il timone della politica nell’ultimo anno.
Concetto espresso da Renzi già all’indomani della elezione del Capo dello Stato e ribadito in queste ore nella sua newsletter. “Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno – ripete adesso il premier -. Se Forza Italia intende rimangiarsi gli accordi del Patto del Nazareno… buon appetito”. Con Alfano e una consistente fetta di Ncd c’è comunque ancora ampio margine per un’intesa, è probabile inoltre che questa sorta di “campagna acquisti” possa far segnare anche qualche altro arrivo in casa Pd.
Per Scelta Civica ha parlato il ministro Stefania Giannini che giustifica il senso di questa migrazione senza tuttavia rinnegare l’idea che ha portato alla costituzione del partito. “E’ una evoluzione in parte attesa perché avviene in un momento in cui si devono aggregare strutturalmente tutte le forze riformiste. Il progetto di Mario Monti ha avuto un grande senso ma adesso è un momento in cui c’è bisogno di aggregazione sul riformismo e non di frammentazione”. Monti ha preferito non commentare.