Vincenzo De Luca non è più sindaco di Salerno. Questa volta, non c’entra la legge Severino e la sua condanna per abuso d’ufficio, che aveva portato alla sospensione, poi revocata dal Tar.
A dichiararne la decadenza dalla carica è stata la corte di appello di Salerno, a causa dell’incompatibilità, già dichiarata dal tribunale, tra l’ incarico di primo cittadino e quello di viceministro alle Infrastrutture ricoperto durante il governo guidato da Enrico Letta.
“Procederemo all’immediato ricorso in Cassazione, contro una sentenza che – essendo fra l’altro cessata da un anno la materia del contendere – propone un giudizio di merito, in tema di incompatibilità, che ci vede in totale dissenso”, ha detto De Luca. “Al di là di valutazioni più sostanziali, non si comprende – ha aggiunto – la decadenza dalla carica elettiva e precedente, rispetto a un incarico non elettivo e successivo. Attenderemo con serenità la pronuncia della Cassazione”.
L’ormai ex sindaco di Salerno ha anche espresso la “soddisfazione per la sentenza della corte d’appello che, stabilendo la ‘decadenza’, consente la continuità dell’attività amministrativa, evitando la nomina del commissario e lo scioglimento del consiglio. Questo mi lascia pienamente libero di sviluppare la mia iniziativa in vista delle primarie per la Regione Campania”.
Un mandato tormentato, quello del primo cittadino di Salerno. Il 21 gennaio scorso De Luca era stato condannato a anno di reclusione (pena sospesa) e un anno di interdizione dai pubblici uffici per abuso d’ufficio per la nomina di Alberto Di Lorenzo – che non aveva i titoli adeguati- a project manager per la realizzazione di un termovalorizzatore alla periferia di Salerno. Il 23 gennaio era scattata la sospensione dalla carica di sindaco in applicazione della legge Severino; il 26 gennaio il Tar lo aveva reintegrato.
Fino all’ultimo atto, scritto dalla corte d’appello.