Torna l’appuntamento con “Le Arance della Salute”, scelte dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro per ribadire l’importanza della corretta alimentazione nella prevenzione dei tumori. In 1.750 piazze e 563 scuole saranno disponibili oltre 290.000 reticelle di arance rosse italiane, per sostenere concretamente il lavoro dei ricercatori e dire tutti insieme ‘Contro il cancro, io ci sono’. Con “Le Arance della Salute” si apre ufficialmente il Cinquantesimo di AIRC. Cinquant’anni di coraggio contro il cancro e di impegno nella ricerca per portare risultati dal laboratorio ai pazienti.
L’arancia rossa, simbolo dell’alimentazione sana e protettiva, è stata scelta da AIRC per le sue proprietà: contiene infatti gli antociani, pigmenti naturali dagli straordinari poteri antiossidanti, e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi. Inoltre le “Arance della Salute” sono tutte di origine italiana, coltivate in Sicilia, Calabria e Sardegna.
Sabato 31 gennaio i volontari AIRC distribuiscono in 1.750 piazze 559 mila chili di arance rosse. In cambio di una donazione di 9 euro i donatori ricevono una reticella da 2,5 kg di arance e la guida “50 anni di ricerca a tavola” con gustose e sane ricette, realizzate dal cuoco Sergio Barzetti in collaborazione con La Cucina Italiana, e utili consigli per la prevenzione del cancro a tavola. I volontari sono protagonisti anche nell’immagine della campagna con i volti di Michela, avvicinatasi ad AIRC dopo la scomparsa della madre, e di Camilla, sedicenne guarita dal cancro, impegnata come volontaria anche in ospedale.
Anche il mondo della scuola partecipa con “Cancro, io ti boccio”: in 563 scuole l’iniziativa è anticipata a venerdì 30 gennaio, quando bambini e ragazzi, insieme ai loro genitori e agli insegnanti, diventano volontari per un giorno distribuendo “Le Arance della Salute”. Gli studi confermano che quasi il 70 per cento dei tumori potrebbe essere prevenuto o diagnosticato in tempo se tutti avessimo stili di vita corretti e aderissimo ai protocolli di screening e diagnosi precoce.
Quattro tumori su dieci in Europa sono provocati da stili di vita scorretti e da fattori ambientali. Tra le patologie più frequenti, i tumori al seno, colon e prostata. In Italia ogni anno 52.000 persone ricevono una diagnosi di tumore al colon, 48.000 donne di tumore al seno, 36.000 uomini di tumore alla prostata. Ma il nuovo allarme arriva dagli Stati Uniti, afferma Antonio Moschetta, ricercatore AIRC e professore dell’Università di Bari: “L’American Society of Clinical Oncology ha recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, la rivista più autorevole per l’oncologia medica mondiale, una dichiarazione sul ruolo dell’obesità nel cancro, sottolineando la stretta relazione tra obesità addominale, maggiore incidenza di tumore e abbassamento dell’età dei soggetti malati. Inoltre i dati su tumore del seno, colon retto e prostata chiariscono che la presenza di obesità addominale al tempo della prima diagnosi riduce fino al 75% la capacità di rispondere ai protocolli di terapia e di guarigione a 5 anni dalla diagnosi per alcuni casi, ad esempio per le donne in pre-menopausa per tumore al seno.”
Nel 2015 l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo di mezzo secolo di attività: cinquant’anni di sostegno alla ricerca oncologica, per portare i risultati dal laboratorio al paziente. Quando nacque AIRC nel 1965 non si poteva parlare di cancro e l’idea di fare ricerca in questo ambito era considerata da alcuni una sfida, da molti una follia. Ma coraggio e non follia è stato ciò che ha guidato i soci fondatori. Dalla prima lunga presidenza di Guido Venosta AIRC è cresciuta: da associazione solo milanese a realtà presente in tutto il territorio nazionale con 17 comitati regionali. Dalla fondazione a oggi AIRC ha distribuito oltre 905 milioni di euro per progetti di ricerca condotti in laboratori di istituti, università e ospedali in tutta Italia; e oltre 36 milioni di euro per borse di formazione a giovani ricercatori. Il coraggio ancora oggi unisce tutti i protagonisti di AIRC: i 5000 ricercatori che svolgono con passione e impegno un lavoro senza certezze, i pazienti e le loro famiglie che si affidano alla ricerca per guardare al futuro con la speranza che il cancro diventi sempre più curabile, i volontari che dedicano il loro tempo alle iniziative dell’Associazione e i donatori che sostengono la ricerca con il loro contributo.