I carabinieri di Asti hanno arrestato il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, 46 anni, per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. L’omicidio si sarebbe verificato il giorno stesso della scomparsa della moglie, il 24 gennaio dello scorso anno.
I carabinieri hanno precisato che Buoninconti è stato arrestato su ordine del gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. Ieri era stata depositata in Procura la perizia autoptica eseguita sul corpo della donna. L’ipotesi più accreditata è quella di una morte per soffocamento o strangolamento. Questo elemento, insieme ad altri a disposizione della Procura ma ancora non resi noti, hanno portato all’arresto del marito della donna.
Elena Ceste, 37 anni, scomparve da casa, a Costigliole d’Asti, nel gennaio del 2014. Il suo corpo venne ritrovato 9 mesi fa, il 18 ottobre scorso, poco distante dalla sua abitazione, in un canale in provincia di Asti.
Michele Buoninconti, il 24 ottobre scorso, era stato iscritto nel registro degli indagati. Il corpo della donna è stato ritrovato proprio lì dove, la mattina di quel 24 gennaio, il marito era andato a cercarla. Lo aveva ammesso proprio lui e lo ha ribadito ieri dopo aver saputo, grazie a un esame del Dna che il cadavere ritrovato era quello della moglie.
Una delle ipotesi seguita dagli inquirenti è quella che la donna potesse avere un amante.
Alcuni giorni fa in un allevamento dell’astigiano era stato trovato il cane della donna, il cui corpo era stato rinvenuto a ottobre in un fosso poco distante dalla sua abitazione a Costigliole d’Asti. Il cane Gandalf, uno Springer Spaniel bianco, era arrivato nel 2013 nella famiglia Buoninconti, ma nel marzo 2014, ovvero a due mesi dalla scomparsa della donna, era tornato al precedente proprietario. Le verifiche hanno appurato che Gandalf, prima di giungere a novembre nell’ultima dimora, che dista 20 chilometri dalla villetta di Costigliole d’Asti, ha trovato ospitalità nell’albese e nel savonese, a casa di persone che ne sconoscevano la storia.
“Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini” indicano “Michele Boninconti come l’autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite”. Lo scrive il Gip Giacomo Marson nell’ordinanza di arresto nei confronti del marito di Elena Ceste sottolineando che ciò emerge “in maniera dirompente”.
“Ciò che in particolare connota il caso di specie – prosegue il giudice che ha firmato il provvedimento – è, infatti l‘assoluta impossibilità di formulare ipotesi alternative rispetto all’ipotesi accusatoria“, così come non è “logicamente possibile formulare differenti teorie ricostruttive dotate di una seppur minima plausibilità”. Ma non solo: gli indizi nei confronti di Michele Boninconti, dice infatti il Gip “non sono soltanto numerosi, ma anche particolarmente pregnanti”. Dunque, quello che “emerge in maniera dirompente – ribadisce – è che tutti gli indizi sono univocamente indirizzati nel dimostrare come unica soluzione possibile quella posta alla base della richiesta” del pubblico ministero.